Esperienza personale e frutti dell’esperienza vissuta in Consiglio parrocchiale per la gestione economica in tre diverse realtà (Dal Rapporto annuale 2022 della Diocesi di Padova, pubblicato a novembre 2023).
«All’inizio non conoscevo questo organismo di comunione, né gli altri membri del consiglio – racconta Lucia Riello, del consiglio per la gestione economica della parrocchia di Mandriola – Ho iniziato perciò dal conoscere i miei “compagni di viaggio”, le loro competenze specifiche e anche capire ciò che serviva per svolgere questo compito. Pian piano ho compreso l’importanza di questo organismo per la vita della parrocchia che immaginavo gestita tutta dal parroco in completa autonomia e solitudine. In questi anni con gli altri componenti abbiamo imparato a discutere e condividere le decisioni, affrontando coesi il cambiamento dei parroci, consapevoli che il CPGE ha il compito di gestire al meglio e con professionalità maggiore del “buon padre di famiglia”, i beni della parrocchia e le entrate finanziarie.
«Le situazioni affrontate durante i due mandati nel CPGE di una collaborazione allargata hanno inciso sulla mia percezione della gestione dei beni della comunità – fa eco Giovanna Lucchini, del consiglio per la gestione economica della collaborazione pastorale di Grumolo, Centrale e Zugliano – Ho maturato la consapevolezza che ogni nostro sforzo di mantenimento e cura dei beni dovrebbe partire da alcune domande: “Che servizio rende questo bene alla parrocchia? Chi sono i destinatari? Questo bene ci aiuta a vivere e trasmettere il Vangelo? Questo bene può aiutare persone che stanno attraversando situazioni di vulnerabilità?”. Questi interrogativi mi hanno aiutata a comprendere che quando un bene non si colloca più dentro a una specifica progettualità, è necessario aprire lo sguardo ad altri possibili scenari, arrivando a volte anche all’alienazione».
«Se devo fare un bilancio di questa esperienza – rilancia Luca Bordin, del consiglio per la gestione economica della parrocchia di Campodarsego, che nella vita è ragioniere ed è stato messo alla prova dei “conti” non solo con i numeri, ma con le persone e le loro difficoltà – sicuramente ho ricevuto più di quanto ho dato e, una volta concluso questo servizio, molto probabilmente “cercherò” di essere coinvolto in altri ambiti parrocchiali che finora non ho frequentato. Non nascondo che l’immagine di san Martino vescovo (che appare nella denominazione della nostra parrocchia) nell’atto di tagliare il mantello per condividerlo mi ispira e mi sollecita a usare i beni che abbiamo/ho a disposizione per far star bene “l’Altro”. Ho trovato “compagni” di strada nel CPGE e CPP desiderosi di confrontarsi e di rinvenire soluzioni per gestire insieme le risorse a disposizione, con trasparenza, coinvolgendo nelle scelte “impegnative” la comunità parrocchiale nelle sue varie componenti (scuola dell’infanzia, NOI, sagra, cinema, campi, Grest ecc.)».
Creatività, esperienza, competenza, ma soprattutto condivisione di visione di bene per la comunità hanno aiutato anche a superare le difficoltà.
Fondamentale per garantire un’imparzialità nella gestione economico-finanziaria della parrocchia è stata la divisione dei compiti tra i membri del CPGE – sottolinea Lucia Riello – e «coinvolgere tutti i volontari che soprintendevano alle attività della parrocchia, invitandoli a rendicontare al responsabile del CPGE». Non sono mancati da un lato la condivisione di una responsabilità nella gestione dei beni della comunità con i volontari che gestivano i centri di costo, e dall’altro il coinvolgimento del Cpp.
«L’unico modo per superare le resistenze che si sono presentate durante il nostro percorso, condividendolo con le persone coinvolte è stato quello di intrattenere un dialogo per far comprendere le esigenze pratiche del CPGE, capire i motivi di resistenza e cercare di trovare una via mediana, per ottenere le informazioni necessarie, cercando di non urtare la suscettibilità delle persone impegnate nei vari servizi alla parrocchia, e di valorizzare il loro apporto».
«Solo un paziente ascolto e la disponibilità a spiegare le nuove linee guida» aiuta a dipanare le incomprensioni che derivano dalla mentalità del “si è sempre fatto così”, evidenzia Giovanna Lucchini che ha «accolto con grande entusiasmo il sistema di contabilità adottato dalla Diocesi, di cui ora si avvalgono tutte e tre le parrocchie della collaborazione pastorale».
Lucia Riello, Giovanna Lucchini, Luca Bordin