L’Ufficio diocesano di Pastorale dell’Educazione e della Scuola ha promosso uno spazio di dialogo riservato ai docenti di religione in preparazione al Sinodo diocesano della Chiesa di Padova. Due ore di dialogo aperte a coloro che vivono nella scuola come “ministri” dell’istruzione. È stato importante ascoltare le proposte di chi vive a contatto con i giovani, e quindi conosce il pensiero di una parte della società che spesso è distante dalle dinamiche ecclesiali. Un tema emerso con forza è quello del cambiamento, che non riguarda soltanto l’ambito ecclesiale, ma che abbraccia tutti gli ambiti della nostra società.
Tra le riflessioni, ci si è soffermati sulla necessità di un “restauro” della chiesa diocesana, che non sia solo di facciata. È evidente che il periodo post pandemico abbia fatto emergere muschi e rughe sulle nostre stanche facciate ecclesiali, ma non è sufficiente un bonus sinodale per ripulirci. È necessario un cambiamento paradigmatico che ringiovanisca i linguaggi e i nostri modi di relazionarci con il mondo. I nostri liceali desiderano una chiesa inclusiva che non abbia paura di uscire dai propri palazzi interiori, anneriti dalle piogge di una società liquida e dai fumi delle nostre auto-incensazioni.
La preziosità di questo dibattito, in preparazione al sinodo, ha fatto emergere l’esigenza di vedere una Chiesa non incentrata attorno alle strutture di potere, che sappia da un lato creare luoghi di raccoglimento, riti liturgici eloquenti e non banali e, dall’altro, abitare i luoghi di questo mondo senza provarne soggezione. Molti docenti hanno chiesto, in gruppo, un sincero cambiamento, visto sia sotto il profilo istituzionale sia interpersonale. Un altro tema affrontato durante questo momento di dialogo è stato quello della dimensione comunitaria della fede. Per diversi giovani, è difficile accostarsi a, e inserirsi in, un cammino parrocchiale per via di molteplici fattori. Alla luce di questo, è indispensabile cercare modalità d’incontro e nuovi approcci per parlare ai giovani. La logica dell’incontro parrocchiale per molti docenti è, difatti, superata.
L’eccessiva digitalizzazione si riversa spesso negativamente sulle relazioni, sulla percezione dello spazio e del tempo e sul modo di comunicare. La scuola ci insegna che è ormai nata una nuova cultura e che i nostri giovani necessitano di risposte adeguate a domande del tutto nuove. Infine, risulta apprezzata, la lotta della Chiesa sui diversi fronti dell’indifferenza, della povertà e della difesa dei diritti e dell’ambiente. Quando la Chiesa esce da sé stessa per sporcarsi le mani, trova sempre giovani e prof-profeti pronti a darle una mano sincera e amica.
Vittorio Incampo, insegnante di religione