L’Inno alla carità

Lettera diocesana 04/2018

San Paolo scrive la Prima Lettera ai Corinzi per rispondere a delicati problemi sorti a seguito di fratture e divisioni all’interno della comunità.
Esorta al senso di unione, paragonando la comunità a un corpo – «Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo» – così la comunità, per mezzo del Battesimo nello Spirito Santo, è il Corpo di Cristo.
San Paolo va diritto al cuore del problema, porta i suoi ascoltatori a una presa di consapevolezza, riconducendo i problemi alla radice, cioè alla mancanza d’amore.
Sollecita la comunità a ritrovare la percezione della comunione e dell’unione, sottolineando l’importanza fondamentale della carità in opposizione all’egocentrismo e all’individualismo.
Nel capitolo 13° leggiamo l’Inno alla carità, «la via più sublime» per ritrovare l’unione.
San Paolo mostra che se anche possedesse i doni spirituali delle lingue, della profezia e della fede, se donasse cibo e tutti i suoi beni, tutto ciò senza la carità sarebbe nulla.
La carità è magnanima, rende l’animo grande e generoso, allarga e apre il cuore verso i fratelli e creando una prossimità li avvicina, instaurando unità e comunione. È capace di uno “spazio interiore” dove l’altro può “abitare”, non tiene conto del male ricevuto ma si rallegra della Verità. Non si adira e non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse; sopporta, perdona, armonizza e unisce, agisce in modo profondo e proficuo, porta frutto.
L’amore è benevolo, valorizza e trova il bene in ogni cosa, è orientato verso ciò che conta; egli fa sentire i fratelli parte di un tutto, simboleggiando il loro amore come l’amore del Padre annunciato da Gesù.
Inoltre, san Paolo scrive cosa non è l’amore. Egli non è invidioso né vanaglorioso. L’invidia allontana, distrugge l’unione, mina la relazione alla sua radice, ostacola lo sviluppo del sentimento di gratitudine e quindi impedisce la conoscenza del fratello. L’invidioso cerca il suo vantaggio a scapito del fratello, prova rabbia, agisce in modo reattivo e pusillanime.

San Paolo sottolinea l’importanza della conoscenza, in quanto essa crea il legame, la relazione e l’unione: «Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente».

L’unica cosa che conta è l’amore, cosi come dice il comandamento di Gesù «Ama il prossimo tuo come te stesso», solo così l’egoismo si converte in altruismo e l’individualismo in comunione e solidarietà.

«Ora dunque rimangono solo tre cose: la fede, la speranza e la carità, ma la più grande di tutte è la carità».

Rita Drago, coordinatore del Centro di Ascolto vicariale di Vigonza (Pd)