La vita consacrata è presente in quasi tutte le zone pastorali della Diocesi. La vita consacrata maschile si concentra maggiormente nella città di Padova anche se non mancano comunità nelle zone periferiche della Diocesi per un totale di oltre 300 consacrati. La vita consacrata femminile conta nella nostra Chiesa circa 1.300 presenze distribuite in quasi tutta la Diocesi. È un grande regalo del Buon Dio per la nostra Chiesa.
Infatti la vita consacrata testimonia un elemento decisivo per la vita della Chiesa e per la sua missione, in quanto «esprime l’intima natura della vocazione cristiana e la tensione di tutta la Chiesa-Sposa verso l’unione con l’unico Sposo» (VC, 3). La vita consacrata assume varie modalità nella testimonianza del Signore Gesù povero, obbediente e casto ma trova il suo fondamento e presupposto nella professione dei consigli evangelici, da intendere come parte integrante della vita della Chiesa.
«Si potrà avere storicamente un’ulteriore varietà di forme, ma non muterà la sostanza di una scelta che si esprime nel radicale dono di sé per amore del Signore Gesù» (VC,3).
La vita consacrata quindi è un dono dello Spirito che si esplicita in un servizio di testimonianza rivolto all’edificazione della Chiesa particolare nella quale è chiamata a spendersi.
Come si declina questo servizio così prezioso? I diversi carismi incarnati nelle comunità di vita consacrata presenti in Diocesi possono aiutare la comunità diocesana a esprimere intensamente il proprio particolare aspetto carismatico. In maniera circolare la Diocesi, indica e suggerisce alla vita consacrata le strade della missione e dell’evangelizzazione.
È necessario mettere in atto una comunicazione sempre più efficace che sfoci in una valorizzazione reciproca in vista di una condivisione delle scelte pastorali della Diocesi. Le prospettive di fondo del Sinodo diocesano sono diventate elementi che hanno favorito l’identità dei molti volti della vita consacrata all’interno della nostra Chiesa e promosso una maggiore unificazione.
Descrivo alcune attualizzazioni, a partire di temi del Sinodo.
“La conversione in chiave missionaria di tutta la pastorale” è una dimensione che può essere implementata da coloro che vivono il carisma dell’annuncio come vocazione primaria. La disponibilità di p. Dario Dozio della SMA e di p. Adriano Moro dei Ministri degli Infermi di San Camillo di far parte rispettivamente del Centro missionario diocesano e dell’Ufficio diocesano della Pastorale della Salute rappresenta certamente un primo passo importante.
Come pure “il volto e lo stile fraterno delle nostre parrocchie”. La vita consacrata è maestra di vita comune, di vita fraterna. I consacrati e le consacrate ci testimoniano nel concreto che la vita fraterna, non sempre facile, è un autorevole segno evangelico, alla base di ogni comunità ecclesiale.
Bonhoeffer nella sua famosa opera Vita Comune ci ricorda «Chi non sa ascoltare il fratello ben presto non saprà neppure più ascoltare Dio».
E poi “L’inculturazione del Vangelo”. Penso ai tanti contributi di esperienza e di pensiero che possono derivare da coloro che hanno dedicato tempo, competenza e cuore nel contatto dialogante con le giovani generazioni, nell’ambito scolastico, nell’Università e negli ambienti formativi.
Intuiamo dai brevi esempi elencati che la vita consacrata con il suo stesso esistere nella Chiesa e specificatamente nella Chiesa particolare si pone al servizio della santificazione della vita di ogni cristiano battezzato indicando concretamente, secondo il dono ricevuto dallo Spirito, la bellezza di vivere in Cristo nel tempo presente tenendo fisso lo sguardo sulla destinazione futura.
don Antonio Oriente, delegato vescovile per gli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica