Una comunità sempre presente

Lettera Diocesana 2017/02

Il Tempo della fraternità (Quarto tempo), come tutti i vari passaggi del cammino di Iniziazione cristiana, domanda la presenza costante dell’intera comunità parrocchiale.

  • Rispetto all’équipe degli accompagnatori dei ragazzi è bene ci sia una riflessione accurata in Consiglio pastorale parrocchiale. Come già detto più volte, sarebbe preferibile che ci sia un/una catechista, meglio se ha già accompagnato i ragazzi negli anni precedenti e quindi li conosce. È poi molto importante anche investire in un giovane, oltre al catechista, che “accorci” le distanze con i ragazzi e diventi segno della fede che può continuare e diventare occasione di vita piena e riuscita. Queste sono indicazioni di massima, una comunità può affidare i ragazzi del Quarto tempo anche a una coppia giovane o ad altre persone di riferimento. In équipe è bene ci sia anche il parroco o il vicario parrocchiale.

Durante l’Assemblea dei catechisti dello scorso 4 marzo emergeva anche l’identikit di questo accompagnatore dei ragazzi:

  1. ha capacità affettiva: vuole bene ai ragazzi e li apprezza;
  2. è animativo: trasmette ai ragazzi il suo desiderio di vita. E rende espressivi i ragazzi stessi;
  3. è integrale: si prende cura di tutte le dimensioni del ragazzo;
  4. è prospettico: sa vedere avanti e mette davanti al ragazzo tappe sempre più alte;
  5. è responsabilizzante: mette in moto la responsabilità del ragazzo.
  • Compito del CPP è anche armonizzare il percorso ordinario del Quarto tempo con il cammino delle Associazioni (in particolare ACR e Scautismo). Diventano importanti i collegamenti e lo scambio tra équipe e realtà associativa. Se possibile chiediamo all’educatore dell’ACR e al capo Scout di partecipare agli incontri progettuali del cammino del Quarto tempo. Sono ricchezze di sguardi e di attenzione ai ragazzi che si intersecano con proficuità.
  • La comunità poi è un poliedro di tanti volti e di tante esperienze ricche di fede e testimonianza. Come in tutto il cammino dell’Iniziazione cristiana è bene che i ragazzi scoprano i vari modi in cui la parrocchia si esprime. In modo particolare l’annuncio va agganciato alle dimensioni della carità e della liturgia.
  • Infine la comunità parrocchiale offre il “clima” complessivo. “Clima” è intraducibile, significa sentirsi bene, sentirsi a casa, sentirsi protagonisti. Come è stato detto durante l’Assemblea dei catechisti. Non solo le esperienze ma la vitalità della comunità, il suo modo di essere offre al ragazzo un riferimento bello. È importante che il ragazzo si senta accolto, cercato, riconosciuto per nome. Che si senta inserito e capace di portare anche il suo contributo. Questi sono atteggiamenti di fondo, più decisivi di qualsiasi proposta specifica. Anche il vescovo Claudio, ricordava ai catechisti di creare un contesto educativo vivo ed entusiasta e di saper, come parrocchia intera, ringiovanire accanto ai ragazzi.

don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la Pastorale