A che punto siamo con il processo sinodale? Parto da tre brevi riflessioni sul Sinodo diocesano.
Dall’Assemblea sinodale, così variegata e diversificata, emerge innanzitutto la bellezza della Chiesa di Padova. Il volto sinfonico dell’Assemblea – persone, storie, cammini, percorsi, ricerche, potenzialità, talenti – ci restituisce l’immagine speciale della nostra Diocesi: da guardare sempre con meraviglia e riconoscenza.
In seconda battuta vorrei sottolineare il valore del processo sinodale. La sinodalità (camminare insieme) e il discernimento comunitario (una bussola per orientare le scelte) stanno assumendo i tratti di uno stile. Non la parentesi di un evento (il Sinodo) ma un modo, significativo e fruttuoso, di essere (la sinodalità).
La terza considerazione riguarda questo tempo di transizione, che forse durerà a lungo. Il Sinodo guarda avanti, senza cadere nella nostalgia per la Chiesa di ieri e cerca di creare i presupposti per la Chiesa di domani. Quindi non aspettiamoci dal Sinodo risultati risolutivi, ma buone priorità per preparare il domani.
Riguardo ai lavori assembleari descrivo, poi, alcune “tensioni”, interessanti e da tenere insieme, senza immaginare di poterle risolvere del tutto.
Da una parte la necessità di maggiori tempi formativi per l’Assemblea; dall’altra l’esigenza di fare passi in avanti nel percorso sinodale.
Da una parte gli indirizzi della Presidenza per agevolare i lavori sinodali; dall’altra parte il favorire maggiormente il contributo di tutti i membri dell’Assemblea.
Da una parte la proposta 17 Individuare e formare persone ai ministeri battesimali, su cui stiamo concentrando l’attenzione; dall’altra parte agganciare anche altre priorità pastorali.
Confrontarsi seriamente con il processo sinodale domanda di piantare e spiantare continuamente le tende, quindi di riscrivere e rivedere con flessibilità i passi possibili e le tappe intermedie. È faticoso e allo stesso tempo necessario. Si rischia di avanzare senza certezze e allo stesso tempo dona il fascino di accogliere il piano di realtà.
Abbiamo un grande sogno davanti, la Chiesa in grado di servire il nostro mondo e una modalità certa, camminare insieme. Il resto lo si costruisce passo dopo passo e in questo senso il Sinodo è una carovana. Come scrive papa Francesco «sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio. Se potessimo seguire questa strada, sarebbe una cosa tanto buona, tanto risanatrice, tanto liberatrice, tanto generatrice di speranza!».
don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la Pastorale, membro di presidenza del Sinodo e coordinatore della Segreteria