Per lo sviluppo locale sostenibile e partecipato: tra innovazione sociale e sussidiarietà

Lettera diocesana 2024/05

L’implementazione degli obiettivi strategici per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU richiede senza dubbio un nuovo approccio integrato alle politiche di sviluppo di tipo partecipativo. In questa prospettiva diventa di importanza strategica realizzare una serie di trasformazioni della governance per lo sviluppo, in cui la dimensione locale riveste un ruolo sempre più rilevante per contribuire a raggiungere i Sustainable Development Goals (SDGs).

Ma cosa significa sviluppo locale partecipato e sostenibile?

Vediamo di seguito alcuni elementi costitutivi, che possono offrire anche spunti di riflessione.

Pensare globalmente e agire localmente: la dimensione locale è cruciale per affrontare le specificità di un territorio, facendo riferimento ai medesimi obiettivi strategici di sviluppo sostenibile a livello globale. Definire una strategia di sviluppo sostenibile a livello locale significa considerare le peculiarità del contesto e coinvolgere gli attori locali nella co-progettazione e nell’attuazione delle politiche locali, raccordate alle politiche europee, nazionali e regionali (governance multilivello).

Principio di sussidiarietà va articolato in tre diverse dimensioni: a) sussidiarietà verticale, che vede il decentramento/trasferimento delle competenze al livello di governo più vicino al cittadino (regionale e/o comunale). In questa prospettiva i livelli superiori di governo sono chiamati a intervenire solo se il livello locale non è in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini;  b) sussidiarietà orizzontale con la cooperazione pubblico-privato (Stato-Mercato); c) sussidiarietà circolare che vede la collaborazione di tutti i cittadini e le cittadine nella pianificazione e co-produzione dei beni e servizi collettivi per lo sviluppo (Stato-Mercato-Comunità).

Partecipazione e coinvolgimento: Lo sviluppo locale partecipato si basa sulla collaborazione attiva di tutti gli attori del territorio, o governance multi-attore: istituzioni, organizzazioni della società civile, imprese, cittadini e terzo settore. Questo approccio coinvolge le persone nelle decisioni che riguardano il loro ambiente, promuovendo la responsabilità condivisa e la costruzione di soluzioni sostenibili nel lungo periodo.

In sintesi, lo sviluppo locale partecipato e sostenibile richiede un approccio inclusivo, basato sulla collaborazione e sulla comprensione delle specificità locali, con il coinvolgimento di tutti gli attori, fondamentale per costruire un futuro sostenibile per le comunità e l’ambiente.

Le politiche di sviluppo locale sostenibile giocano allora, in questo senso, un ruolo chiave.

Per poter orientare lo sviluppo di un territorio verso una logica di sostenibilità è necessaria una forte volontà politica di cambiamento verso un nuovo «modo di sviluppo sostenibile»: alle dimensioni economica, sociale e ambientale della sostenibilità, bisogna aggiungere quindi anche le dimensioni della sostenibilità politica e istituzionale, ovvero dell’assunzione di una responsabilità sociale di tutti gli attori del territorio (scelta etica). Questo richiede una profonda trasformazione del modo di implementare le politiche di sviluppo locale sostenibile, con l’attivazione e conduzione di processi partecipativi, che siano in grado di generare capitale sociale e senso di appartenenza alla comunità. I territori sono chiamati quindi a intraprendere percorsi di coprogettazione orientati verso la definizione di una strategia di sviluppo sostenibile e responsabile, in una prospettiva di medio e lungo periodo, attraverso appositi strumenti di governance capaci di favorire l’attivazione di reti cooperative (GAL, IPA, OGD…). Questo percorso di coprogettazione partecipata si configura anche come un processo di apprendimento, tanto più efficace se accompagnato da coach esperti dei temi e delle metodologie adeguate. Le pratiche partecipative, se facilitate e coordinate adeguatamente, sono in grado di produrre infatti un rilevante cambiamento di atteggiamento dei portatori di interesse: da stakeholders (portatori di interesse di tipo corporativo) a community holders (portatori di interesse della comunità). Diventa in tal senso di importanza strategica la formazione di nuove competenze, e nuove professioni, in management di rete (https://www.spgi.unipd.it/master/msls).

Patrizia Messina, direttore del master in Manager dello sviluppo locale sostenibile, Università di Padova
e membro della delegazione padovana alla Settimana sociale di Trieste