Da leggere e da vedere 2022/01

Da leggere 2022/01

LE COMPETENZE PER UN NUOVO UMANESIMO

Annarita Doardo, Le competenze per un nuovo umanesimo. La rivoluzione possibile, Proget Edizioni, 2017, pp. 154, 14,00 euro


L’autrice in questo testo tenta di riannodare i fili del percorso teorico, inerente il costrutto pedagogico e didattico della competenza, con le esigenze e i tempi della pratica docente. In tal senso propone strumenti esemplificativi per aiutare a procedere nelle fasi della progettazione e della valutazione per competenze. Il percorso del libro prende il suo avvio rispondendo agli interrogativi di cui sopra e si sposta poi a cercare di esplicitare i riferimenti concettuali e linguistici necessari per acquisire una graduale consapevolezza dell’orizzonte progettuale e valutativo in cui si situa questa didattica. L’autrice, infine, condivide con il lettore un percorso di costruzione di strumenti utili per la progettazione e valutazione per competenze.

L’autore. Annarita Doardo è laureata in lettere e in scienze religiose a Padova e insegna religione nella scuola secondaria di primo grado. Collabora con scuole ed enti per attività di formazione sulla didattica per competenze.


L’INSEGNANTE DI RELIGIONE IN ITALIA

Anna Peron, L’insegnante di religione in Italia. Evoluzione storica del suo profilo professionale e linee per la formazione iniziale e in servizio, oggi, Editrice LAS, 2021, pp. 412, 24,00 euro

Questo volume affronta il delicato problema della figura dell’insegnante di religione (IdR) e dell’incidenza che può avere sui suoi studenti: come può diventare una figura chiave per la crescita integrale dei suoi alunni? La sua professione è forse una vocazione? Una missione? Qual è la sua specifica formazione e quale il suo profilo professionale, oggi? Sono domande che hanno guidato questa ricerca, in continuità con le indagini condotte a livello nazionale che hanno accompagnato la progressiva consapevolezza dell’identità dell’IRC in questi ultimi 40 anni. Il profilo di IdR che emerge è decisamente positivo, ma la formazione permanente – continua e sistematica – sarà sempre la sfida che mantiene viva la sua professionalità.

L’autore. Anna Peron è Figlia di Maria Ausiliatrice. Dopo una lunga esperienza nel campo della pastorale giovanile e nell’IRC in diverse scuole, si dedica attualmente alla formazione iniziale di candidati all’insegnamento della religione presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione “Auxilium” di Roma. Collabora nell’Ufficio scuola della Diocesi di Porto e Santa Rufina di Roma.


GUIDA ALL’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA

Sergio Cicatelli, Guida all’insegnamento della religione cattolica. Secondo le nuove indicazioni, Editrice La Scuola, 2015, pp. 398, 23,50 euro

Un’esposizione ampia del profilo istituzionale e didattico dell’insegnamento della religione cattolica (Irc): l’identità scolastica, il contesto ordinamentale e didattico, i programmi (dalla riforma Gentile alla riforma Moratti), le Indicazioni per l’Irc nella scuola dell’infanzia, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione. Il volume rappresenta uno strumento di formazione per gli insegnanti di religione e un’introduzione alla conoscenza del settore, per chiunque desideri comprendere senza pregiudizi il significato, la collocazione nel contesto scolastico, i contenuti e le trasformazioni nel tempo, soprattutto a partire dalla revisione concordataria del 1984, di una disciplina peculiare nei curricoli scolastici italiani.

L’autore. Sergio Cicatelli, laureato in filosofia e in lettere, ha conseguito il magistero in scienze religiose e il perfezionamento in didattica. Già dirigente scolastico, insegna pedagogia, didattica e legislazione scolastica in diverse università pontificie. Membro di commissioni ministeriali per la scuola e di gruppi di lavoro della Cei per l’insegnamento della religione cattolica, è coordinatore scientifico del Centro studi per la scuola cattolica della Cei. Collabora da anni con l’Università Pontificia Salesiana, dove insegna deontologia docente.


LA RELIGIONE E LA SFIDA DELLE COMPETENZE

Andrea Porcarelli, La religione e la sfida delle competenze, SEI Società Editrice Internazionale, 2014, pp. 180, 12,00 euro

Nelle nuove Indicazioni nazionali, tutto il percorso scolastico è basato sulle competenze, sia sul fronte della progettazione didattica, come su quello della valutazione e certificazione degli esiti. Il testo si propone di tracciare alcuni orientamenti pedagogico-didattici con cui affrontare oggi la sfida delle competenze, nel pieno rispetto delle caratteristiche specifiche dell’Irc. Gli insegnanti di religione, per inserirsi pienamente nella scuola odierna, hanno a disposizione tre leve potenti. Innanzitutto il loro senso di responsabilità educativa, poi la coscienza del potenziale straordinario che è racchiuso nella disciplina stessa, nei suoi contenuti teologici, culturali e nella consapevolezza esistenziale che l’Irc è da sempre chiamato a sviluppare.

L’autore. Andrea Porcarelli, professore associato di pedagogia generale e sociale presso l’Università di Padova, da tempo si occupa di formazione di docenti e dirigenti del comparto scuola e di ricerche sulla professionalità docente, sul sistema di istruzione e formazione, sull’educazione alla cittadinanza e alla convivenza civile. È docente di etica generale e di diverse discipline filosofiche, presso lo Studio filosofico domenicano di Bologna, affiliato alla Pontificia Università San Tommaso D’Aquino di Roma.


Da vedere 2022/01

BARBIANA ‘65

di Angelo D’Alessandro
Docufilm, 62min

Barbiana, dicembre 1965. Il regista Angelo D’Alessandro arriva nel Mugello, in Toscana per condurre un’inchiesta sull’obiezione di coscienza. L’incontro con don Lorenzo e i ragazzi della scuola di Barbiana cambiano però i suoi obiettivi…

Il materiale girato da Angelo D’Alessandro nel 1965 è stato recuperato dal figlio dopo la morte del padre, proposto al pubblico solo nel 1980 in occasione di un convegno a Firenze su don Milani, e poi dimenticato. Oggi il tempo trascorso ha riportato alla ribalta l’importanza di un esperimento, di una lezione che è non solo etica e sociale ma allo stesso tempo spirituale e di comunicazione. I temi della fede, del Vangelo, dei diritti umani, della guerra e della pace sono al centro di quell’esperienza bella e preziosa, che ci offre non solo una lezione di umiltà e coerenza ma insieme vale come testimonianza di un periodo storico nel quale le difficoltà diventavano stimolo a migliorare, spinta a dare agli altri per crescere in dignità e conoscenza. Bisogna vedere con attenzione il modo con cui il sacerdote si prepara all’intervista, qualcosa che riporta alle origini dell’uso positivo e costruttivo dei mass-media. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, realistico e adatto per dibattiti (dal giudizio della Commissione nazionale valutazione film della CEI).


RAYA E L’ULIMO DRAGO

di Don Hall
Animazione, 107 min

Il mondo di Kumandra è una terra abitata da uomini e da magici draghi. Un sistema fondato su rispetto e armonia. L’avvento di una minaccia maligna divide la comunità umana in tribù isolate, rinchiuse in se stesse tra paure ed egoismo, esponendo i draghi a un disperato sacrificio per arrestare l’avanzata del male. A distanza di 500 anni da tali avvenimenti, una nuova minaccia torna a imperversare sulla terra e l’unica speranza sembra risiedere nella giovane Raya, che dopo aver perso il padre e i membri della sua comunità decide di non darsi per vinta e di mettersi in marcia alla ricerca dell’ultimo drago esistente, il leggendario Sisu. A sposare la missione (im)possibile di Raya è un valoroso gruppo di ultimi pronti al riscatto per il bene comune.

Non è più tempo di principesse, neanche in casa Disney. È quanto emerge dal nuovo film d’animazione “Raya e l’ultimo drago” (“Raya and the Last Dragon”) diretto dal premio Oscar Don Hall (suo è “Big Hero 6”, 2014) e da Carlos López Estrada, colorato e affascinante racconto che unisce fantasia e realismo, anzi a dire il vero quasi uno scenario da futuro distopico. Non è però allarmante per la visione dei più piccoli, al contrario: è un storia a sfondo educativo che mette al centro temi come fiducia, amicizia, solidarietà e perdono, nonché rispetto per il creato, in linea quasi con la Lettera enciclica “Laudato si’” di papa Francesco. Il film tratteggia soprattutto una storia che valorizza il coraggio di una giovane donna cui è affidata la speranza ultima per mettere ordine e pace in una società deragliata e chiusa nell’egoismo. Le nuove eroine Disney dismettono abiti da sogno e si accostano, mantenendo ovviamente sempre quell’aura di fascino e magia, alla realtà odierna, espressione di una femminilità capace, libera e indipendente.

In “Raya e l’ultimo drago” lo scenario più che essere quello della storia passata si accosta in verità all’immaginario fantastico virato verso un futuro distopico, sulla suggestione di una civiltà umana dispersa e ridotta in piccole comunità appena autosufficienti, dove la Natura è divenuta ostile, perché depredata e a lungo maltrattata.

[…] in “Raya e l’ultimo drago” non è da rilevare unicamente come la speranza sia “donna”, rimarcando il suo valore nella società odierna, che ancora fatica a riconoscerlo; nel film si inserisce anche una trascinante metafora per i nostri tempi, un invito a ritrovare fiducia nell’altro, come pure a dare slancio ad aperture di solidarietà e perdono. A ben vedere Raya non è in alcun modo un’eroina perfetta. Anzi. Sa essere ostinata, solitaria, irrigidita dalla perdita del padre, abituata a fare tutto da sé, diffidando pertanto di gentilezze o di supporti che possano venire da qualcun altro; Raya è addirittura rancorosa verso la rivale di infanzia, Namaari, con cui si contente il ritrovamento del drago Sisu. Quando Raya sta però per perdere tutto, anche l’ultima possibilità per salvare la comunità, comprende finalmente i suoi limiti, allarga lo sguardo e pone immediato rimedio: si allontana dal sentiero dell’“Io”, ritrovando il passo del “Noi”. Raya capisce di aver bisogno del prossimo, del gruppo di aiutanti-amici che si è composto accanto a lei in questa disperata missione, e inizia così a ritessere nuove relazioni partendo in primis dal perdono, di sé e dell’altro. In tutto questo, il racconto si carica di una riuscita monito-esortazione al rispetto verso la natura e il creato, un messaggio di matrice ecologista, persino pastorale, come abbiamo indicato, che vede schiudersi la salvezza collettiva a partire dal comune sforzo di cambiamento. Un cambio di passo non solo a livello antropologico, nelle relazioni tra le persone, ma esistenziale, in relazione proprio con la Natura. Nell’insieme, la narrazione si muove lungo il binario del perfetto cartoon Disney, capace di condensare azione e fascinazione, momenti di (contenuta) tensione e lampi di giocoso umorismo, delineando una favola sociale che apre ai valori fondanti della vita condivisa. Dal punto di vista pastorale l’animazione “Raya e l’ultimo drago” risulta raccomandabile, poetica e adatta per dibattiti (dal giudizio della Commissione nazionale valutazione film della CEI).