PICCOLO CORPO
di Laura Samani
drammatico, durata 89min
“Piccolo corpo”, opera prima di Laura Samani, classe 1989, che scrive anche la sceneggiatura con Marco Borromei ed Elisa Dondi, è una “favola cruda” che racconta il faticoso viaggio di una giovane, disperata e indomita madre, Agata, per liberare la sua piccola, nata morta, dall’oblio del Limbo al quale è destinata. Incapace di trovare consolazione nella banalità dell’“avrai altri figli”, la giovane si aggrappa a una leggenda secondo la quale, nelle montagne del Nord c’è un santuario dove è possibile riportare in vita i bambini nati morti il tempo necessario perché possano essere battezzati. Agata, portando legata sulle spalle la cassetta che contiene il corpo della bimba, parte senza conoscere il percorso, aggrappata solo a una speranza. Lungo il cammino incontra Lince, un ragazzo solitario e selvatico, che sembra conoscere bene i sentieri della montagna e che si offre di aiutarla a raggiungere la meta. A poco a poco diffidenza e sospetto reciproci lasceranno spazio a una profonda pietà ed empatia che porteranno Lince ad affrontare i suoi fantasmi e nodi irrisolti, accettando consapevolmente ciò che di sé si ostinava a negare. La regista costruisce un suo racconto solido e originalissimo, poetico e commovente. Regala una storia e due personaggi struggenti. Agata con la cassetta legata sulle spalle, un modo per portare ancora, se non dentro di sé, almeno su di sé, il corpicino della figlia e Lince, che fugge dalla famiglia e da se stessa, vagabonda e senza nome. “Piccolo corpo” è certamente un’opera di diffusa spiritualità (anche se oscilla a tratti tra la fede e la superstizione), ma anche concreta e legata alla terra, all’acqua, a una quotidianità fatta di fatica e precarietà, di gente semplice e ruvida che non può permettersi la gratuità dell’accoglienza e della cura. Particolarmente efficace e suggestiva la scelta della colonna sonora, affidata ai suoni della natura: lo sciabordio delle onde, il gorgoglio dei ruscelli, lo stormire delle fronde e, fra tutti, il silenzio della neve che tutto ricopre. Dal punto di vista pastorale il film “Piccolo corpo” è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti (dal giudizio della Commissione nazionale valutazione film della Cei).