Vocazione – Seminario – Parrocchia
La vita è il dono più prezioso che abbiamo ricevuto e col battesimo ha assunto i tratti della vita vera, perché inserita nella sua terra naturale che è Dio, benedetta e salvata dalla morte e risurrezione di Gesù, consacrata dallo Spirito per essere vissuta come un dono a Dio e ai fratelli nella comunità dei credenti. Gesù è venuto a rivelarci questa buona notizia che siamo amati da Dio e chiamati a vivere nell’amore come il Figlio ci ha insegnato col suo vangelo e testimoniato con la sua vita.
Questa è la vocazione fondamentale, primaria, essenziale capace di riempire di senso la vita e di aprirla a una pienezza inedita. Tutto questo non ha i tratti della teoria ma si concretizza nella “vocazione specifica” di ciascuno di noi. Vivere la vita come un dono a Dio e ai fratelli lo possiamo fare nel matrimonio, nel presbiterato, nella vita religiosa.
Cosa c’è di più bello e importante dell’aiutare un ragazzo e un giovane a scoprire la propria vocazione?
Il tema della vocazione non è uno dei tanti temi del nostro impegno formativo ma è al cuore dell’iniziazione cristiana, della catechesi, della predicazione, della pastorale e di ogni azione formativa della Chiesa. Siamo chiamati ad accompagnare i ragazzi e i giovani a cercare e scoprire il proprio modo di rispondere al Signore e di vivere la vita. Iniziare alla vita cristiana è anche iniziare a conoscere il proprio posto alla sequela del Signore.
Non possiamo negare che la vocazione al presbiterato e alla vita religiosa se non del tutto assente è molto marginale nelle nostre attività pastorali. Abbiamo timore di parlarne, ci sembra di osare troppo, di chiedere cose di altri tempi. Noi preti abbiamo timore di dire a un ragazzo: “Forse il Signore ti chiama”; “Hai mai pensato di farti prete?”. Molti genitori hanno escluso dal proprio orizzonte questo futuro per i loro figli al punto che quando un figlio entra in seminario la famiglia si ritrova disorientata e incredula arrivando a porre mille ostacoli alla decisione del figlio.
In questa povertà di attenzione alla vocazione dobbiamo riconoscere che i pochi giovani che sono in seminario sono proprio un dono di Dio e di un Dio che riesce a far nascere delle vocazioni anche dalle pietre. Solo la fantasia di Dio, sostenuta dalla preghiera di tante persone, riesce a portare un ragazzo e un giovane a bussare alla porta del Seminario nonostante lungo la sua ricerca non abbia mai incrociato dei segnali stradali che lo potessero aiutare.
La questione vocazionale ci interroga tutti. Non possiamo limitarci alle considerazioni sociologiche sulla secolarizzazione né al male che troppi scandali stanno facendo alla Chiesa; non possiamo cercare qua e là cause interne o esterne alla nostra pastorale. Con umiltà e coraggio si tratta di riscoprire il nostro impegno per accompagnare ragazzi e giovani a scoprire la loro vocazione cioè il sogno che Dio ha su di loro. E a non escludere che, alla luce di tanti piccoli segni, questa possa essere la chiamata a diventare prete. A volte i giovani sentono questo desiderio dentro ma hanno timore di ascoltare una voce scomoda; a volte basta che qualcuno osi aprire uno spiraglio e tutto si mette in moto.
Crediamo profondamente che una comunità cristiana viva sia un terreno buono e un grembo accogliente dove possono nascere e crescere vocazioni; ma serve qualcuno che osi dare voce a questa possibilità. Probabilmente anche il Seminario diocesano dovrebbe mettersi più in moto, uscire e andare a presentarsi per essere testimone e voce provocante per ragazzi e giovani. Il suo compito primario rimane quello di accompagnare e verificare i segni della vocazione.
Solo un convergere di tutta la nostra Chiesa su questo fronte potrà portare quei frutti che per tanti anni hanno reso bella e invidiata la nostra Diocesi per le tante vocazioni e la ricchezza del suo seminario. Il mese di settembre, mese del Seminario, ha questo scopo; non lasciamoci sfuggire l’occasione.
don Giampaolo Dianin, rettore del Seminario Vescovile