Come le scienze offrono una visione strutturale della realtà, la storia uno sguardo diacronico, l’arte una sensibilità divergente e così via, la religione propone uno sguardo d’insieme per una lettura e un’interpretazione globale della realtà.
Il testo normativo che indica per ciascuna disciplina scolastica gli obiettivi di apprendimento dei vari ordini e gradi di scuola, noto come Indicazioni nazionali, è senza dubbio molto chiaro nell’affermare lo specifico contributo dell’IRC:
«La proposta educativa dell’IRC consente la riflessione sui grandi interrogativi posti dalla condizione umana (ricerca identitaria, vita di relazione, complessità del reale, bene e male, scelte di valore, origine e fine della vita, radicali domande di senso…) e sollecita il confronto con la risposta maturata nella tradizione cristiana nel rispetto del processo di crescita della persona e con modalità differenziate a seconda della specifica fascia d’età […]. A partire dal confronto interculturale e interreligioso, l’alunno si interroga sulla propria identità e sugli orizzonti di senso verso cui può aprirsi, affrontando anche le essenziali domande religiose e misurandosi con i codici simbolici in cui esse hanno trovato e trovano espressione» (DPR 11 febbraio 2010).
L’IRC consente di alimentare negli studenti una quadruplice “attenzione” sul versante critico, epistemologico, ermeneutico ed etico. Infatti, il contatto con le tematiche della disciplina, permette che gli studenti siano raggiunti da istanze antropologiche ed etiche e di affacciarsi alla lettura della complessità del reale cercando gradualmente nei vari gradi di scuola di formulare una propria posizione critica. È un insegnamento che può aprire a una dimensione di stupore nei confronti della realtà, ad avere uno sguardo attento e interrogante, all’esercizio di riflettere e confrontarsi per affrontare anche le questioni più profonde che abitano nella coscienza dell’uomo.
In tal senso, all’interno del curricolo scolastico, l’IRC è percepito da chi se ne avvale come un’ora di ben-essere perché centrato sull’aiutare gli studenti a prendere sul serio la propria umanità in un tempo com’è questo di “passioni tristi”, nichilismo diffuso e relativismo etico.
Annarita Doardo, insegnante di religione