Venerdì 1° ottobre 2021 con l’insediamento della nuova rettrice, prof.ssa Daniela Mapelli, prima donna alla guida dell’Università di Padova, si è aperto ufficialmente l’anno di celebrazioni per gli 800 anni dell’Ateneo.
Anche se a Padova l’attività di studio e ricerca era già praticata da molti anni prima, il 1222 è riconosciuto ufficialmente come l’anno di fondazione della sua Università. Sorta senza previa autorizzazione da parte delle massime potestà medievali (impero e papato), l’Università di Padova nasce grazie alla favorevole congiuntura di alcuni fattori: da una parte il massiccio trasferimento da Bologna di studenti e docenti, e dall’altra la benevolenza e il supporto del libero Comune.
La ricerca di libertà di cultura e di espressione, caratterizza fin dal suo nascere l’Università patavina, tanto da apparire nel motto attorno al suo sigillo (Universa Universis Patavina Libertas) e continua anche nei secoli successivi. Questo spirito di libertà era sostenuto non solo dai governi civili, come la Signoria dei Carraresi e poi la Repubblica di Venezia, ma anche dall’autorità ecclesiastica. Infatti, lo sviluppo e la crescita dell’Ateneo padovano fin dall’inizio è da collegarsi all’insediamento in città dei frati predicatori di San Domenico, ordine particolarmente aperto alla cultura, e al sostegno dell’ambiente ecclesiastico diocesano soprattutto attraverso lo Studio filosofico in cui a essere Gran Cancelliere era il vescovo stesso di Padova. Di questo profondo rapporto ne è anche testimonianza la fondazione, nel 1363, della Facoltà teologica, nonché l’istituzione della festa di Santa Caterina di Alessandria, patrona degli studenti, la cui effige compare nel sigillo dell’Università al fianco del Cristo Redentore.
Ed è sempre in questo particolare connubio che nel 1678 viene conferita, da parte del vescovo Gregorio Barbarigo, la prima laurea al mondo a una donna Elena Lucrezia Cornaro Piscopia che diventa magistra et doctrix in philosophia.
L’intesa e la collaborazione tra Chiesa e Ateneo proseguono anche nei secoli successivi, seppur con fasi alterne, fino ad arrivare al secolo scorso, quando nel 1950 nasce il Cuamm, promosso per iniziativa del professor Francesco Canova e del vescovo di Padova Girolamo Bortignon. Il Cuamm inizia la sua attività con lo scopo di accogliere e preparare studenti di medicina italiani e stranieri desiderosi di dedicare un periodo della loro attività professionale al servizio degli ospedali missionari e delle popolazioni più bisognose nei paesi in via di sviluppo. Nel corso degli anni il Cuamm matura la consapevolezza che la sua missione non è solo quella di portare un sapere nelle periferie del mondo ma che le stesse periferie diventano cattedre di sapere che possono rinnovare la ricerca scientifica.
Ed è nello stesso rapporto di stima e di contaminazione reciproca, tra Chiesa e Università, che più recentemente (2003) viene conferita la laurea Honoris causa in Scienze dell’educazione a mons. Giovanni Nervo che in quell’occasione tenne la lezione magistrale su Cultura “nobile” e cultura “povera”: reciproche integrazioni e arricchimenti nella formazione.
Negli anni successivi al Concilio Vaticano II, nasce anche il Centro universitario padovano di via degli Zabarella concepito come casa aperta per il dialogo con il mondo dell’Università. Un luogo che ha favorito, fin dall’inizio, l’incontro di tanti studenti e docenti per confrontarsi sulle sfide che attraversavano il mondo e la Chiesa di quegli anni. Un ambiente libero che sa ancora essere ponte tra cultura laica e pensiero cristiano.
Ancor oggi il Centro universitario rimane un punto di riferimento per un dialogo a favore degli uomini e delle donne, credenti e non credenti del nostro tempo per proseguire, nel rispetto reciproco, una storia di sinergia tra la Chiesa di Padova e l’Università e che ha tutti i presupposti per continuare.
don Giorgio Bezze, direttore del Centro universitario e dell’Ufficio di Pastorale della cultura e dell’università