L’“esercizio di fraternità” che ci proponiamo in questo mese di novembre e che ribadiamo attraverso Lettera diocesana è di “esserci” all’Assemblea diocesana. La vita di preti e di cristiani laici è piena di occupazioni e di imprevisti e, molto probabilmente, uno dei pochi giorni in cui raccogliere forze e idee è il sabato: per stare in famiglia e recuperare un tempo lento e piacevole, nella situazione dei cristiani laici; per preparare con cura il giorno del Signore, per noi preti. Per cui ogni nuovo “invito” suona come difficile, come una cosa in più da collocare proprio nel giorno in cui si vorrebbe stare sereni e liberi.
Se poi ci mettiamo le distanze della nostra grande Diocesi, i tempi dell’andare e del tornare, magari il ricordo di altri momenti come questi, non del tutto convincenti, allora “esserci” diventa ancora più difficile.
“Difficile” indica sia lo scomodarsi non immediato e anche il declinare l’invito, ma anche la possibile festa e fioritura dello starci dentro, del provarci.
Con semplicità provo a rilanciare questo nuovo invito, specie ai membri degli organismi di comunione, all’Assembla diocesana di sabato 25 novembre in Cattedrale (ore 9.30 -11.00).
Mi convince che arriviamo alla fine del mandato di cinque anni. Cinque anni intensi fatti di percorsi impegnativi nell’ottica di rendere ogni comunità parrocchiale generativa alla fede. Rendiamo quindi grazie al Signore di questo tempo in cui tutti noi abbiamo sperimentato, a volte con fatica e fallimenti, ma anche con grazia e bellezza, la gioia del Vangelo e la corresponsabilità nella fede.
Mi convince che in modo ufficiale prenderemo ancora di più consapevolezza in Assemblea, del cammino dei tre esercizi di fraternità con cui siamo alle prese: il Sinodo dei Giovani e la sua freschezza nel ringiovanire la nostra Chiesa; la preparazione al rinnovo degli Organismi di comunione parrocchiali e vicariali; la formazione delle équipe del Quarto Tempo dell’Iniziazione cristiana.
Mi convince che offriremo a ogni parrocchia gli strumenti per il rinnovo degli Organismi di comunione, per un sentire che sia condiviso anche nella serietà di questo passaggio, quindi anche nei tempi e nei modi che permettono qualità e non improvvisazione.
Mi convince che il vescovo Claudio consegnerà a ogni comunità, un testo, una bozza di lavoro sulle parrocchie, che prova a disegnare l’orizzonte di questa realtà a cui tutti siamo affezionati e che rimane sempre affascinante e vitale. Un testo che attende le indicazioni, e le risposte di tutti per confluire in una specie di scrittura collettiva.
Mi convince che, a volte, anch’io ho bisogno di sentirmi Chiesa con tutti gli altri volti della nostra Diocesi. Con il nostro vescovo Claudio e i presbiteri, con le altre parrocchie, le associazioni, le aggregazioni e i movimenti, gli uffici e i servizi diocesani, i religiosi, le comunità etniche. In qualche occasione ho bisogno di questa “fraternità mistica” (cfr. EG) in cui gli altri mi rivelano qualcosa di Gesù che non ho ancora scoperto e mi aprono a una bellezza intera del suo volto.
Mi convince che questo avvenimento di Chiesa non è riservato solo al parroco e al vicepresidente del CPP, ma va allargato, perché ogni invito ha l’obiettivo non di “presenziare”, ma di allargarsi e di dilatarsi.
Non so se vi ho convinti e forse non è neppure questo lo scopo, spero solo di vedervi!
Un abbraccio.
don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la Pastorale