In questi giorni è scattato il Giro d’Italia 2022. Per me difficile resistere alla carovana rosa, alla striscia di corridori che si snoda lungo i territori splendidi dell’Italia. Guardandolo ho l’impressione che il ciclismo, a differenza di altri sport, sia rimasto più “popolare”: tanto sudore e fatica, la strada conquistata km dopo km, la passione della gente lungo le strade che applaude eroi normali. Ci si immedesima nel Giro: le salite incredibili, le discese insidiose, la lunga pianura con il vento contro, il maltempo improvviso, il guaio meccanico, la squadra, lo slancio, la stanchezza, la partenza e l’arrivo.
Anche il Sinodo ha il sapore del Giro: una strada lunga da percorrere insieme in cui ognuno ci mette del suo, lasciandosi sorprendere da ogni inizio. L’arrivo di tappa è semplicemente la possibilità di ripartire, di scoprire domani qualcosa di nuovo e di mai immaginato.
Il Sinodo è arrivato a un arrivo di tappa: 14 temi elaborati dalla Commissione preparatoria a partire dalle tremila pagine di relazioni degli spazi di dialogo. Il percorso è stato avvincente: tante persone coinvolte e ascoltate; la bellezza di partire da narrazioni e non da idee astratte. Guardando indietro si vede la lunga carovana sinodale, si apprezzano i momenti di crescita e i passaggi cruciali, ci si sente dentro una storia più grande, si avverte con piacere di sentirsi “popolo”.
I 14 temi non sono esaustivi, sono solo un inizio, il punto di partenza. Sono incompleti e da integrare, ma rappresentano la restituzione fedele di quanto raccolto.
Funzionalmente sono presentati in modo schematico, ma vanno letti con uno sguardo d’insieme: ognuno richiama gli altri e si trova interconnesso con le parole e le intuizioni degli altri testi.
I temi, appunto da perfezionare il prossimo anno attraverso l’esperienza dei Gruppi di discernimento sinodale, offrono comunque molti spunti interessanti e tratteggiano piste e strade per domani.
A cosa è servito quest’anno, impegnativo, di preparazione del Sinodo? A rimetterci in viaggio. Siamo rimessi in viaggio. Il nostro tempo, l’ascolto delle persone, la gioia del Risorto ci aprono nuove strade. Abbiamo raggiunto una tappa e guardiamo già l’orizzonte davanti a noi. Rimaniamo fedeli alla strada, la “Via”; rimaniamo fedeli alla Verità che il Signore ci suggerirà; rimaniamo fedeli alla Vita, la nostra e quella degli altri da rendere bella e compiuta.
don Leopoldo Voltan, segreteria del Sinodo diocesano della Chiesa di Padova