Negli scorsi mesi la nostra Diocesi ha iniziato il percorso di preparazione del Sinodo diocesano che si aprirà ufficialmente il 5 giugno 2022, partendo dall’ascolto delle comunità attraverso gli “spazi di dialogo”. Da qualcuno degli incontri realizzati nel nostro territorio è emerso il desiderio da parte degli adulti di riuscire a comprendere di più il significato delle varie “parti” della santa messa. Cosa può esprimere questa richiesta? Probabilmente c’è il desiderio di vivere più profondamente l’incontro con il Signore durante la celebrazione eucaristica, di riappropriarsi del significato di tanti gesti liturgici.
Che cos’è la liturgia? Se apriamo il Catechismo della Chiesa Cattolica possiamo leggere che originariamente la parola “liturgia” significa «servizio da parte del popolo e in favore del popolo» (n. 1069). Se la teologia cristiana prese questo vocabolo del mondo greco, lo fece ovviamente pensando al nuovo popolo di Dio nato da Cristo che ha aperto le sue braccia sulla croce per unire gli uomini nella pace dell’unico Dio. «Servizio in favore del popolo», un popolo che non esiste da sé, ma che si è formato grazie al Mistero Pasquale di Gesù Cristo. Di fatto, il popolo di Dio non esiste per legami di sangue, di territorio, di nazione, ma nasce sempre dall’opera del Figlio di Dio e dalla comunione con il Padre che Egli ci ottiene.
La liturgia è fatta di parole, gesti, riti che coinvolgono tutti i nostri sensi, che ci fanno vivere come comunità l’esperienza del mistero della morte e risurrezione di Gesù, pane spezzato e vino versato per noi riuniti alla stessa mensa.
L’annuncio per i ragazzi e le loro famiglie nel cammino di iniziazione cristiana si esprime non solo con la catechesi ma anche con le celebrazioni previste nelle varie tappe del cammino, che diventano occasioni per valorizzare e comprendere i momenti della celebrazione eucaristica.
La cura nel preparare le varie celebrazioni diventa attenzione e accoglienza da parte della comunità cristiana per i ragazzi e le famiglie, un’esperienza di incontro anche per quei genitori che seppur lontani hanno accolto l’invito a condividere con i loro figli il cammino di iniziazione cristiana.
Un’occasione in cui come cristiani possiamo essere quella Chiesa in uscita che papa Francesco ci invita a essere.
Il periodo di pandemia che abbiamo vissuto con limitazione delle attività di catechesi ha contribuito a farci scoprire la bellezza del ritrovarci come famiglie, accompagnatori, comunità, tutti attorno alla stessa mensa.
In alcuni momenti la santa messa è stata l’unica possibilità di incontro in presenza.
La liturgia diventa catechesi, ci riporta all’essenziale, diventa luogo di annuncio del Vangelo, il luogo privilegiato dell’incontro dei cristiani con Dio e con colui che Egli inviò, Gesù Cristo.
«Ogni celebrazione sacramentale è un incontro dei figli di Dio con il loro Padre, in Cristo e nello Spirito Santo, e tale incontro si esprime come un dialogo, attraverso azioni e parole» (n. 1153). Pertanto la prima esigenza per una buona celebrazione liturgica è che sia preghiera, colloquio con Dio, anzitutto ascolto e quindi risposta.
Nelle celebrazioni i gesti spiegati comunicano più delle parole, il vangelo proclamato è la Parola di Dio, il canto, il profumo dell’incenso, il silenzio, il luogo, la preghiera, diventano “catechesi esperienziale”.
La celebrazione della consegna dei Vangeli è un invito all’ascolto della Parola a coloro che desiderano seguire Gesù come suoi discepoli e la consegna del Credo, sintesi delle verità in cui crediamo, la consegna della croce, il Padre nostro che rende fratelli tutti i cristiani, il comandamento dell’amore, costituiscono la strada che porta alla celebrazione del sacramento del perdono e dei sacramenti della cresima e della prima comunione eucaristica.
Si tratta quindi di un’occasione per i ragazzi e per le loro famiglie di “allenarsi” a una partecipazione consapevole alla santa messa, perché la si è celebrata e vissuta.
Paola Fogo e Marta Rappo, coordinatrici della catechesi – vicariato Conselvano