In questi mesi particolarmente ricchi di appuntamenti per chi come me, ha avuto l’onore e il piacere di far parte dell’Assemblea sinodale, si è percepita la crescente attesa da parte delle comunità della Diocesi relativamente al risultato: che cosa produrrà questo Sinodo, quali cambiamenti porterà? Uscirà chiaramente la strada che la Chiesa di Padova vorrà percorrere nei prossimi anni? Emergerà in modo chiaro cosa vorrà fare e come vorrà diventare la Chiesa di Padova dei prossimi anni?
La lettera del vescovo, sintesi del cammino sinodale, ha delineato importanti e significativi cambiamenti:
- L’istituzione dei ministeri battesimali nei diversi ambiti di servizio (a) l’evangelizzazione, l’annuncio e la catechesi, i percorsi dell’Iniziazione cristiana; b) la spiritualità, la preghiera e la liturgia; c) la fraternità, la carità, la fragilità e la prossimità; d) la gestione amministrativa ed economica; e) la comunione, il coordinamento pastorale, le relazioni con la comunità e i ministeri) quale frutto di un’ampia e strutturata condivisione che ha impegnato molto l’assemblea, per dare spazio al nostro essere sacerdoti, re e profeti in virtù del battesimo che abbiamo ricevuto per impegnarci concretamente nelle nostre parrocchie con nuove prospettive e nuove modalità
- La nascita dei gruppi della parola per porre l’accento sul cuore della nostra esperienza di cristiani: il vangelo e l’incontro con Cristo a partire dalla sua parola. A volte presi dalle tante cose da fare nelle nostre comunità corriamo il rischio di fare come Marta: perderci la parte migliore, la parte che si prende Maria e che Gesù ci promette non ci verrà tolta.
- Infine con le indicazioni rispetto alle collaborazioni pastorali, dopo tanti anni di sperimentazioni e tentativi iniziati più di 20 anni fa con le prime unità pastorali si delinea come saranno le comunità di domani ed emerge in modo chiaro che le parrocchie dovranno entrare sempre più in relazione.
Oltre alla lettera e agli indirizzi pastorali spero rimarrà lo stile che la nostra Diocesi ha vissuto in questi mesi: la capacità di mettersi attorno a un tavolo con ruoli ed esperienze diverse, condividendole per trovare percorsi nuovi. Il saper coinvolgere per decidere, il saper camminare assieme.
Ogni essere umano ha bisogno di essere ascoltato e valorizzato, di percepire che il suo contributo è parte del risultato.
Per riportarla alle nostre comunità, di sentire che la parrocchia non è del parroco, ma è di tutti e che solo con uno spirito comunitario può continuare a vivere e a stimolare chi è “fuori” a partecipare
Mi permetto una battuta: in questi anni di cammino papa Francesco ha chiesto alla Chiesa di Padova il dono di due presbiteri da inviare ad altre chiese per il servizio di vescovo. Non sarà anche questo un segno dello spirito Santo che ci ha accompagnato? Mettiamo tutto questo nelle mani di Dio perchè continui ad accompagnarci nel dare concretezza con i fatti alle parole che abbiamo detto e scritto.
Graziano Moretti