I vescovi Italiani, nel 1985, hanno scelto di dare vita al Sistema per il Sostentamento del Clero, in modo da consentire ai sacerdoti di avere le risorse economiche necessarie, senza doversi preoccupare. Il sistema è strutturato in modo che parte delle risorse siano a carico delle comunità cristiane, o degli enti presso cui i sacerdoti prestano servizio, e parte delle risorse vengono invece integrate dal Sistema stesso, attraverso la gestione economica dei patrimoni provenienti dagli ex benefici (o prebende) parrocchiali, e il contributo dell’8xmille dell’imponibile IRPEF. Da qui arriva la quota più rilevante.
Nella nostra diocesi di Padova questa somma copre il 73,8% (dati 2020) del totale necessario per il sostentamento dei sacerdoti.
È evidente che i sacerdoti senza questa risorsa non potrebbero vivere, a meno che le stesse comunità non se ne facessero carico economicamente, o essi stessi dovessero dedicarsi ad attività lavorative, togliendo tempo ed energie alla cura pastorale.
Ritengo che la possibilità di scegliere a chi destinare l’otto per mille della quota totale IRPEF sia un alto esercizio di democrazia. La Chiesa Cattolica e lo Stato Italiano con questa scelta, riconoscono al cittadino contribuente la maturità non solo di fare il proprio dovere versando i dovuti contributi fiscali, ma di assumere anche la corresponsabilità nel poterne effettivamente “governare” una parte, scegliendo quali progetti sostenere, e a chi affidare il gravoso compito della gestione economica.
Scegliere a chi devolvere l’8xmille della quota IRPEF, richiede grande responsabilità e genera una speciale libertà. Per i credenti questa scelta diventa segno di fraternità e uguaglianza tra le differenti realtà parrocchiali, perché nessun sacerdote è “favorito o non favorito” dal fatto di esercitare il servizio in una realtà territoriale più ricca o meno vantaggiata.
La responsabilità democratica chiede al cittadino di assumere le adeguate informazioni per diventare partecipe dei progetti che ritiene consoni alla propria esperienza di vita. Senza una corretta informazione, che muove le persone verso obiettivi e scelte condivise, la democrazia muore! E non è meno importante il compito di indicare, con la propria firma, a quale soggetto dare fiducia per la gestione del denaro, verificandone la coerenza e trasparenza nell’amministrazione delle risorse, e vagliando nel tempo l’efficacia della realizzazione dei progetti stessi.
La libertà offre la possibilità di continuare a sostenere gli enti che meritano fiducia, oppure di cambiare la destinazione del proprio contributo nel tempo.
Per la Chiesa Cattolica (e gli altri destinatari delle somme) la responsabilità ha il colore della trasparenza nel formulare i progetti, individuandoli nella concretezza e fattibilità degli obiettivi, e nel rendicontare in modo puntuale e chiaro come vengono impiegate le risorse.
La Chiesa Cattolica nel sito 8xmille.it compie un notevole lavoro di informazione limpida e di facile comprensione, consentendo di individuare ogni singolo progetto, il costo relativo, i soggetti coinvolti, i tempi di realizzazione.
È facile vedere scendendo nel dettaglio delle singole diocesi e parrocchie, quali somme sono state destinate alla carità, per curare l’arte sacra (patrimonio di bellezza per tutti), per ristrutturare edifici religiosi. La comunicazione è trasparente anche in merito al contributo dell’8xmille versato all’Istituto Centrale per il Sostentamento per una adeguata, dignitosa ed equa integrazione economica per la vita dei sacerdoti. Grazie a questo sistema, i sacerdoti rimangono presenti in modo capillare, condividendo con i fedeli e promuovendo nelle parrocchie attività spirituali, educative, culturali, e sociali sia nelle grandi città, come nelle piccole comunità.
Così nella chiesa, libertà e corresponsabilità, si dipingono di fraternità.
Porre la propria firma in favore della Chiesa Cattolica sostiene i sacerdoti, esercitando un vero esercizio di responsabilità e libertà come protagonisti della vita democratica del Paese.
don Paolo Rizzato, presidente Cda dell’Istituto diocesano sostentamento clero