Questo numero “secondo” di Lettera Diocesana rinnovata, mette al centro il Tempo della fraternità, chiamato anche Quarto tempo, da poco presentato all’Incontro Congiunto, con tutti gli Organismi diocesani (25 febbraio 2017, a Villa Immacolata). E rilanciato all’Assemblea diocesana con tutti i catechisti (sabato 4 marzo 2017, all’Opera della Provvidenza).
Globalmente la proposta del Quarto tempo è pensata come possibilità di rileggere il cammino dell’ultima Quaresima e la celebrazione del compimento dei Sacramenti (Terzo tempo). Questi doni che i ragazzi ricevono – il Perdono, la Confermazione e l’Eucaristia – possono essere continuamente vissuti e compresi all’interno della propria comunità cristiana.
In questo momento per i ragazzi è decisivo il gruppo dei coetanei e degli amici, che diventa il luogo caldo degli incontri e delle relazioni. Attraverso il gruppo ci si apre anche alla comunità più grande, la parrocchia, in cui orizzonte di ogni rapporto è la fraternità, il sentirsi insieme, fratelli e sorelle, resi tali dall’amore stesso di Gesù.
Per questo preferiamo come termine identificativo del Quarto tempo, quello della fraternità. Un po’ perché “mistagogico” è tutto il percorso del cristiano, invitato, in ogni tempo e stagione della vita, a entrare sempre nel mistero dei doni ricevuti dal Cristo; un po’ perché l’esperienza determinante dei ragazzi in questo momento è quella del gruppo degli amici, che può far scoprire la bellezza di essere parte e di poter rinnovare tutta la comunità.
Come intere comunità cristiane ci stanno a cuore questi ragazzi, i preadolescenti. Per certi aspetti, per analogia, mistagogia è anche renderli partecipi del fascino e del mistero che avvolge la loro esistenza. E di Gesù che espande in coraggio, in scelte belle, in atteggiamenti buoni, il loro desiderio di vita.
Come si diceva all’Assemblea dei catechisti, questi ragazzi hanno bisogno di fiducia e di apprezzamento, vogliono esser riconosciuti per nome e come unici, chiedono relazioni significative, domandano anche accompagnamento e quindi persone di riferimento accanto a loro, richiedono di essere coinvolti attivamente.
Il Quarto tempo apre e riapre questi percorsi (da inizi a nuovi inizi passando per altri inizi), permettendo ai ragazzi di riprendere i fondamenti della loro fede e di avvertire Gesù come colui che ridesta la loro vita, infatti “la vita è destata dalla vita”.
don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la Pastorale