Ascoltare i giovani per costruire insieme il futuro è una delle sfide a cui noi adulti siamo interpellati ogni giorno, per contribuire a un dialogo aperto e costruttivo. Recentemente, a Milano, si è svolto l’evento “Youth4Climate” che ha accolto 400 giovani provenienti dai 197 paesi dell’ONU, per discutere sugli aspetti della crisi climatica e redigere una “carta negoziale”, in vista della Cop26 tenutasi in questi giorni a Glasgow, in Scozia. È con questa notizia che ho incontrato alcuni giovani educatori di Azione cattolica della parrocchia San Lorenzo martire di Conselve, per dialogare sul tema della “cura del creato” rispetto alle nostre comunità cristiane.
Il titolo del nostro conversare si riassume nell’urgenza di cambiare lo stile personale di vita. Con la consapevolezza che il mettersi in gioco di ciascuno è la prima indispensabile tappa di un contagio che coinvolge e mette in atto attività pratiche che portano a incidere nel miglioramento dell’ambiente in cui viviamo.
Secondo i giovani il tema ambientale non trova adeguata sensibilità tra gli adulti delle comunità parrocchiali. Sarebbe invece utile lavorare in sinergia con tutti i gruppi parrocchiali e con il volontariato per promuovere nuove sfide.
Se da un lato gli adulti restano inermi e indifferenti, dall’altro i bambini – i più piccoli in età scolare – non solo hanno consapevolezza della cura dell’ambiente, ma sono molto attenti anche in relazione al cibo, scelgono il prodotto più ecologico, guardano gli ingredienti e fanno attenzione all’involucro per lo smaltimento.
Gli educatori e le comunità parrocchiali tutte, in qualità di agenzie educative, ritengono che debbano confrontarsi e collaborare a un obiettivo comune che sostenga la sensibilità delle giovani generazioni e non tradisca il loro futuro.
Chiara, Cristina, Alice e Alessio hanno espresso il desiderio di sensibilizzare anche le fasce adolescenziali attraverso laboratori per creare spazi di azione sulla tematica ambientale.
Ma, per loro, non è sufficiente rivolgersi ai giovani, è fondamentale coinvolgere l’intera comunità cristiana con un’attenta lettura della Laudato Si’ per un discernimento sullo stile di vita delle persone e della comunità. La sostenibilità ambientale deve entrare nella predicazione, nella catechesi, nelle scelte concrete di acquisto e di consumo… deve essere trasversale a nostro dire e agire.
Un altro aspetto emerso con forza dai ragazzi è quello della salute. Si sente la necessità di richiamare i responsabili della comunità civile a una maggiore attenzione verso le emissioni inquinanti, stimolandoli a favorire scelte ecologiche che mirino a garantire una vita sana. Anche questo è un dovere dell’essere cristiani.
Sugli effetti della crisi ambientale i giovani sono aggiornati, preparati e desiderano fortemente che la comunità cristiana entri con maggior determinazione nell’impegno per salvaguardare la nostra “casa comune”.
Sono comprensivi nei confronti degli adulti, rilevando all’unisono quanto sia faticoso cambiare la mentalità acquisita nel tempo, il cambiamento richiede impegno e fatica e spesso questi sono i motivi che determinano la chiusura verso la novità e anche verso i giovani.
Ma non ci si può permettere di aspettare!
Fiorenza Donà con la collaborazione di Chiara, Cristina, Alice ed Alessio