Introduco volentieri questo numero di Lettera diocesana, pensando al tempo ormai vicino dell’estate. Ogni estate porta con sé ricordi sempre vivi e possibilità di situazioni inedite.
Ho avuto la fortuna da bambino di vivere le prime esperienze del Grest, nella mia parrocchia e dei campi (all’epoca vere e proprie novità), di essere poi a mia volta animatore e di esserci, infine, da prete.
Da cappellano e da parroco, Grest e campi hanno preso tantissimo spazio nell’agenda. Per fortuna. Perché l’estate è il tempo delle relazioni più lunghe e senza fretta; è lo spazio del dialogo con bambini, ragazzi e giovani; è l’occasione per scoprire e conoscere insieme, diventa luogo per una proposta più esigente.
Questo numero si concentra sul Grest. Il Grest è per la comunità una dimensione di annuncio del Vangelo, che si manifesta spesso nella capacità di accoglienza e nello stile educativo. Famiglie, bambini e ragazzi scoprono i molti volti della comunità, tutti interessati alla crescita dei loro figli.
Diventa inoltre una possibilità notevole di vicinanza e di lancio del Vangelo ai tanti adolescenti che si affacciano in parrocchia volentieri per il servizio di animatori.
Per tanti di loro è una realtà unica, li troviamo lì e poi forse durante l’anno non riusciamo più a tenere i collegamenti formativi. Ma il Grest può diventare un ponte tra comunità e giovanissimi, tra la persona di Gesù e i nostri animatori.
In tal senso è andata anche la proposta diocesana realizzata dalla Pastorale dei Giovani e da Noi Associazione, nei mesi di aprile e maggio: Grestyle, il modulo formativo realizzato in due zone della Diocesi (Mestrino ed Este) per valorizzare i più grandi del Grest dando loro qualche strumento in più per giocarsi come educatori e sostenere (negli obiettivi, nello stile …) anche gli altri giovanissimi impegnati nell’avventura dei gruppi estivi.
Chiudo riprendendo i ricordi del passato, una frase di Alessandro Baricco tratta dal libro I barbari:
«Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo»
Ecco l’estate tempo nuovo, per sperimentarci ancora di più, per cambiare noi stessi ancora una volta!
don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la Pastorale