Fare catechesi cattolica in modo ecumenico e tra credenti di altre religioni.
Perché sono cristiano e non buddhista o ateo? Perché sono cristiano cattolico e non ortodosso o luterano? Fare catechesi partendo da queste due domande comporta entrare dentro due rivoluzioni.
La prima rivoluzione è quella di fare catechesi consapevoli che noi cattolici non siamo le uniche persone religiose che abitano il pianeta terra, ma su circa sette miliardi di esseri umani solamente un miliardo circa “appartiene” alla religione cristiana, in tutte le sue confessioni. Cosa pensiamo degli altri sei miliardi di persone che “non sono” cristiane? Come ci rapportiamo a loro? La prima rivoluzione è, dunque, quella che parte dalla realtà della pluralità di esperienze religiose possibili. Possiamo impostare la nostra catechesi in modo contrapposto dove si tratta di differenziare, di precisare, di marcare i confini, oppure possiamo fare catechesi facendo la fatica di pensarci insieme ad altri credenti che ci interrogano con la loro presenza proprio sulla nostra fede. Cosa conosciamo dell’ebraismo, religione dalla quale nasce lo stesso cristianesimo? «Anche il mio amico Abdul fa il Ramadam mentre noi siamo in Quaresima, quali sono le differenze?», potrebbe chiederci un ragazzo che frequenta qualsiasi scuola italiana.
La seconda rivoluzione, resa obbligatoria per i cattolici dal Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965), è quella di fare catechesi cattolica in modo ecumenico cioè non contro, ma con e insieme ai cristiani di altre confessioni (ortodossi, protestanti…). La catechesi confessionale cattolica dovrebbe diventare, infatti, sempre più un laboratorio per crescere nella comune risposta al Vangelo, senza contrapposizioni, senza sterili polemiche, senza supponenza. Passare dal contro al con è una rivoluzione che nasce, in fin dei conti, da una più profonda conversione al Vangelo che ci rende tutti sempre discepoli in cammino. «Perché il mio amico rumeno Vladi non ascolta il Papa?». Siamo in grado di rispondere correttamente a questa possibile domanda di un ragazzo dell’iniziazione cristiana che incontra coetanei ortodossi o protestanti a scuola o altrove?
Il nuovo Direttorio per la Catechesi, pubblicato il 23 marzo 2020, nel capitolo decimo dedica dei paragrafi alla «Catechesi in contesto ecumenico e di pluralismo religioso» (nn. 343-353). Sono quattro i versanti trattati da questo documento: 1) ecumenico (n. 344-346); 2) in relazione all’ebraismo (nn. 347-348); 3) nel contesto di altre religioni (nn. 349-351); 4) nel contesto dei nuovi movimenti religiosi (nn. 352-353). I paragrafi del Direttorio sono molto essenziali, però indicano un orientamento permanente e necessario.
Queste due rivoluzioni sono state accese da alcuni decenni e sono state ricordate e promosse da tutti i papi e nei documenti ecclesiali di molti ambiti, ma c’è ancora molta strada da fare. Siamo semplicemente all’inizio. C’è chi proprio su questo tema ha condotto una ricerca analizzando tutti i documenti ecclesiali sulla catechesi e tutti i catechismi della chiesa cattolica italiana. Il sottotitolo di questo studio è quanto mai provocante. Si veda Giuliano Savina, Formare la coscienza per affinare lo sguardo. L’urgenza permanente di una catechesi confessionale ecumenica e interreligiosa, Edizioni Dehoniane, Bologna 2019.
don Giulio Osto, Docente di teologia
Istituto superiore di Scienze religiose di Padova