Il Sinodo dei Giovani della Chiesa di Padova si è concluso sabato 19 maggio nel tempo della Veglia di Pentecoste. I giovani hanno letto e distribuito un testo – la “Lettera dei giovani alla Chiesa di Padova” – suggellato dal versetto di Giovanni (15,11) «Vi ho detto queste cose perché la vostra gioia sia piena».
Ora la Chiesa di Padova dovrà rispondere, ma le prime parole sono state quelle del vescovo Claudio, durante l’omelia della Veglia di Pentecoste, in cui ha riletto nell’esperienza del Sinodo gli atteggiamenti di disponibilità e di ascolto che gli apostoli hanno imparato da Maria, ma ha anche visto l’azione dello Spirito e la gioia dell’incontro con il Signore. E ai giovani ha chiesto di stringere un’alleanza.
«Nessuno di noi ha soluzioni già chiare, ma mi riconosco nello spirito della vostra lettera – ha detto il vescovo rivolgendosi ai giovani – Vi ringrazio tanto del vostro lavoro e del vostro impegno. Il risultato è da cercare anche al di là delle parole contenute in questa lettera, soprattutto nel processo che si è innescato e nella bella testimonianza data da voi giovani agli adulti: Grazie! Avevamo e abbiamo ancora bisogno di profumo, di sorriso e di carezze. Ho ancora una richiesta da rivolgervi: possiamo stringere un patto, un’alleanza tra me e voi? Potrebbe essere in continuità con quell’alleanza che Mosè favorì sul Monte Sinai. E vorrei osare ancora di più: stringiamo un’alleanza tutti insieme coinvolgendo anche gli adulti e tutte le nostre comunità!
Vi domando questa alleanza questa sera perché di questo parlano le letture e perché così chiedo al Signore di essere lui stesso testimone dei nostri propositi, di questa alleanza tra noi.
È possibile proseguire il processo di stima, di fiducia che in questo anno si è sperimentato tra noi, soprattutto nel favorire il dialogo tra il mondo degli adulti e quello dei giovani (di cui aveva parlato don Giorgio agli Eremitani); nella relazione tra le comunità ecclesiali e i loro giovani perché spesso non si sono capiti; è da cogliere come grande opportunità la vostra frequentazione di linguaggi nuovi, le vostre intuizioni e provocazioni ai quali introdurre la nostra comunità ecclesiale.
Il cammino di quest’anno ci ha portati a salire verso le cose del Signore, siamo saliti sulla vetta del nostro monte Sinai. È a queste altezze che il Signore si manifesta, parla, chiama.
Voi avete avuto questo privilegio, cari giovani, e questa Chiesa vorrebbe imitarvi e seguirvi. Non sarebbe la prima volta che i giovani “precedono”. Così era stato tra Pietro e Giovanni quando furono informati dalle donne che era stato portato via il Signore e che la tomba era vuota.
Noi vorremmo seguirvi ed essere accompagnati da voi a seguire il Signore che anche a voi si è manifestato e che abbiamo visto operare accanto a voi con potenza.
Aspettateci un attimo e accoglieteci sul vostro e nostro Monte Sinai.
Aiutateci a capire quello che il Signore vuole da noi adulti: sarà più facile, se ci aiutiamo tra noi, seguire insieme e obbedire al Signore. Ci sono anche dimensioni della vita che voi avete ricordato, e che meritano un approfondimento maggiore, per il quale sappiamo di poter contribuire noi adulti in quanto testimoni di lunghi percorsi di ricerca nella fede.
La lettura della vostra lettera sarà oggetto di attenzione da parte nostra. Io, per lo meno, farò tutto il possibile per non lasciarla in un cassetto.
Spero che i miei più stretti collaboratori, i presbiteri e diaconi, mi stiano accanto e mi aiutino ad ascoltare quello che lo Spirito dice alla nostra Chiesa tramite i suoi giovani.
Desidererei che la vostra lettera venisse accolta dalle donne e dagli uomini di vita consacrata, in particolare chiedo questo alle collaboratrici apostoliche diocesane.
Ho la speranza che i nuovi consigli pastorali con il vostro aiuto riflettano sulla vostra lettera, non di corsa, ma con vero desiderio di continuare il discernimento che ha caratterizzato i vostri ultimi mesi.
Nel mio percorso di fede ho sempre collegato l’evento della Pentecoste con l’inizio della Chiesa, con un inizio.
Anche questa sera, anche questa Pentecoste, sia inizio di nuovo percorso».