QUASI NEMICI – L’importante è avere ragione
di Ivan Attal
commedia, 105min
Di origine africana, Neila Salah vive a Creteil e, decisa a diventare avvocato, s’iscrive all’autorevole università Assas di Parigi. Arrivata il primo giorno con cinque minuti di ritardo, viene subito redarguita dal professor Pierre Mazard, famoso per il sua rigidità e il carattere ostile. Per recuperare sul difficile impatto tra loro, Mazard accetta di preparare Neila per il concorso di retorica che ogni anno mette di fronte i rappresentanti dei vari atenei…
Dentro le tante declinazioni che assume nei confronti della contemporaneità, la commedia francese non tralascia di occuparsi anche di quei temi politico-sociali che caratterizzano la realtà nazionale. Ecco qui affrontato in modo diretto il rapporto tra la Francia tradizionale e conservatrice, e quella multietnica degli africani di seconda generazione. Ossia il confronto/scontro tra il professor Mazard, tutto d’un pezzo, legato alle culture classiche, e Neila, figlia del Terzo Millennio, che lo guarda con dubbi e diffidenze. Dopo aver fatto una conoscenza forzata e controvoglia, i due a poco a poco riescono a capirsi sempre meglio, fino a un rovesciamento delle parti che non vuol dire cedimento all’altro, ma comprensione e rispetto per la diversità dell’altro. Puntando molto su una sceneggiatura che trova nell’invenzione lessicale un’autentica miniera di ribaltamenti tra battute scorrette e dialoghi sui pregiudizi, il film corre rapido e spedito verso un finale che dice quanto siano necessari buoni rapporti, e dichiarazioni di stima reciproca, per trasmettere il buon sapere e garantire un migliore funzionamento delle istituzioni. In certi passaggi d’irresistibile benché amaro umorismo, il film punta molto sulla presenza di Daniel Auteil, un credibile professor Mazard, e ottiene il meglio anche da Camelia Jordana, scatenata Neila Salah, vista di recente in “Due sotto il burqa”. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, brillante e adatto per dibattiti (dal giudizio della Commissione nazionale valutazione film della Cei).