CORPUS CHRISTI
di Jan Komasa
drammatico, biografico
durata: 116 min
In uscita il 29 ottobre 2020
Corpus Christi, è la storia di Daniel, un ventenne che sperimenta una trasformazione spirituale mentre vive in un centro di detenzione giovanile. Vuole diventare sacerdote, ma questo è impossibile a causa della sua fedina penale. Quando viene mandato a lavorare in un laboratorio di falegname in una piccola città, all’arrivo si veste da sacerdote e viene scambiato per il nuovo parroco della parrocchia locale. L’arrivo del giovane, carismatico predicatore, è un’opportunità per la comunità locale di iniziare il processo di guarigione dopo una tragedia.
Un discorso che si anima nel dissidio tra realtà e apparenza, che nel conflitto della narrazione serve a far emergere le contraddizioni di un mondo sempre più incapace di simpatizzare con l’altro, di comprenderlo di ascoltarne la voce. Il ruolo che il giovane Daniel e il suo modo di porsi, agisce sulle coscienze dei nuovi cittadini.
Al di là, della profondità dei temi trattati e delle questioni che è in grado di sollevare, il fascino del film sta tuttavia nella capacità di lavorare sul confine tra il vero e il falso.
Il film prende spunto da una storia vera, che paradossalmente è meno incredibile di quanto possa apparire a prima vista. «Ho scoperto che esistono varie persone che si fingono preti – commenta il regista –. Ma questo è un caso eccezionale: quel ragazzo si finse prete non per rubare denaro, ma per fare del bene alla comunità. Come si poteva punire una persona del genere? Come si può escludere da una comunità qualcuno che vuole fare del bene? Mi viene da pensare a Gesù nel Nuovo Testamento, ma anche a Socrate: persone che portarono messaggi di speranza senza usare la violenza e l’odio e perciò trattati come un pericolo. Essendo persone che scuotono il mondo, molti si sentono minacciati da loro […] Corpus Christi crede nella speranza. Dobbiamo chiederci che cosa vogliamo come comunità. È bastato un virus a distruggere tutte le nostre certezze. Dobbiamo restare uniti».
La nota ha come fonti: La rivista del cinematografo (www.cinematografo.it);
videorecensione di Acec nazionale (Associazione cattolica esercenti cinema) nella sezione di Film Cronache (www.saledellacomunita.it)