da leggere 2018/10
IL SECONDO ANNUNCIO
Enzo Biemmi (a cura di), Il Secondo annuncio. La mappa, EDB Edizioni Dehoniane Bologna, 2013, pp. 144, 11,00 euro
Frutto del lavoro di un’équipe esperta composta da esponenti del Nord e del Sud Italia coordinati da Enzo Biemmi, l’opera è il primo frutto che nasce dal progetto Il secondo annuncio: La grazia di ricominciare. Il testo riprende tutte le esperienze antropologiche selezionate come “soglie di secondo annuncio” (genitorialità, successi ed errori, affetti, lavoro e volontariato, malattia e morte) e indica come procedere. Il volume si articola in tre parti: per ognuno dei cinque ambiti individuati, brevi interventi di altrettanti esperti aiutano a comprendere come vive l’adulto ogni passaggio di vita preso in esame, viene narrata un’esperienza pastorale già realizzata e ne viene offerta una rilettura critica; infine, si forniscono alle parrocchie indicazioni operative e suggerimenti per avviare pratiche di secondo annuncio.
L’autore. Fratel Enzo Biemmi è un religioso appartenente alla congregazione dei Fratelli della Sacra Famiglia. Si è specializzato in pastorale e catechesi all’Istituto Superiore di Pastorale Catechetica di Parigi e ha conseguito il dottorato in teologia all’Università Cattolica di Parigi. Dal 1997 al 2003 ha diretto la rivista Evangelizzare ed è stato per dieci anni responsabile della formazione dei catechisti degli adulti e direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose di Verona. Attualmente è membro della Consulta nazionale per la catechesi e presidente dell’Équipe europea dei catecheti.
A seguire vengono proposti cinque sussidi operativi del Progetto Secondo annuncio. I testi sono opera dell’Équipe secondo annuncio, composta da una ventina di persone guidate e coordinate da fratel Enzo Biemmi. Vi fanno parte esperti, direttori di Uffici catechistici, membri delle équipe diocesane di catechesi.
IL SECONDO ANNUNCIO 1. GENERARE E LASCIAR PARTIRE
Enzo Biemmi (a cura di), Il Secondo annuncio 1. Generare e lasciar partire, EDB Edizioni Dehoniane Bologna, 2014, pp. 160, 11,00 euro
Le esperienze pastorali che vengono analizzate in questo sussidio sono: l’attesa di un figlio, l’accompagnamento dei genitori prima e dopo il battesimo, l’iniziazione cristiana di ispirazione catecumenale, l’accompagnamento di famiglie con figli disabili, l’accompagnamento di figli in affido.
IL SECONDO ANNUNCIO 2. ERRARE
Enzo Biemmi (a cura di), Il Secondo annuncio 2. Errare, EDB Edizioni Dehoniane Bologna, 2015, pp. 160, 11,00 euro
In questo sussidio viene affrontata l’esperienza umana dell’errare. Errare è una dimensione che tutti viviamo: siamo chiamati a continue transizioni, a traversate esistenziali, a una ricerca mai conclusa. Il termine errare è per questo ambivalente: vuol dire camminare, viaggiare, cercare; implica la possibilità dell’errore. Questa esperienza è anche una preziosa soglia di fede, perché ci mette in contatto con le domande fondamentali sul senso della nostra vita.
IL SECONDO ANNUNCIO 3. VIVERE I LEGAMI
Enzo Biemmi (a cura di), Il Secondo annuncio 3. Vivere i legami, EDB Edizioni Dehoniane Bologna, 2016, pp. 120, 11,00 euro
Questo sussidio affronta l’esperienza umana dei legami, presentando alcune proposte catechistiche e pastorali attuate nelle nostre comunità ecclesiali. Il testo dedicato al «legarsi, lasciarsi, essere lasciati», scritto con linguaggio semplice e con intento operativo, propone un percorso di formazione per accompagnare gli adulti in un passaggio fondamentale della vita, quello degli affetti e dei legami, per non lasciar mancare l’annuncio della «Amoris laetitia».
IL SECONDO ANNUNCIO 4. APPASSIONARSI E COMPATIRE
Enzo Biemmi (a cura di), Il Secondo annuncio 4. Appassionarsi e compatire, EDB Edizioni Dehoniane Bologna, 2017, pp. 168, 13,50 euro
Il sussidio affronta l’esperienza umana dell’appassionarsi e compatire, presentando alcune proposte catechistiche e pastorali attuate nelle nostre comunità ecclesiali. Questo libro è un invito ad abitare le passioni/compassioni e a farne un luogo di maturazione umana e di proposta di fede per sé e per gli altri. La Chiesa del secondo annuncio sa fare strada con le donne e con gli uomini che si appassionano e che sanno compatire. Essa condivide lo stesso amore per la vita, la stessa cura per il creato, lo stesso impegno per un mondo più fraterno e solidale. La Chiesa del secondo annuncio sa vedere l’azione dello Spirito nelle passioni di ogni persona, anche nei non credenti, perché l’agire della grazia non ha etichette.
IL SECONDO ANNUNCIO 5. VIVERE LA FRAGILITÀ E IL PROPRIO MORIRE
Enzo Biemmi (a cura di), Il Secondo annuncio 5. Vivere la fragilità e il proprio morire, EDB Edizioni Dehoniane Bologna, 2018, pp. 176, 13,50 euro
Il sussidio affronta l’esperienza umana della fragilità e del morire, presentando alcune proposte catechistiche e pastorali nelle nostre comunità ecclesiali. Un invito ad abitare con la speranza del vangelo le esperienze umane di limite e fragilità, fino all’esperienza di quel limite estremo che è il proprio morire. Nel cuore di questa vulnerabilità umana il vangelo può dire la sua parola ultima, definitiva, nel volto del Dio crocifisso e risorto, del Vivente, che tuttavia porta su di sé per sempre le ferite della sua morte. In lui noi non siamo esseri viventi destinati alla morte, ma esseri mortali destinati alla vita. Questo è il secondo primo annuncio che risuona al centro della fede cristiana.
da vedere 2018/10
CENTOCHIODI
di Ermanno Olmi
drammatico, 100‘
Una mattina il custode di un’università bolognese arriva davanti alla biblioteca storica e non crede ai propri occhi: tantissimi libri, edizioni rare e preziose, sono sparsi sul pavimento aperti e trafitti con i chiodoni delle capriate. Autore del gesto è un professore di filosofia, giovane e già molto autorevole, deciso a lasciarsi alle spalle la “schiavitù” della pagina scritta per recuperare un rapporto nuovo con la vita quotidiana. Eccolo allora, arrivato su un argine del Po, sistemarsi in una casupola abbandonata, che a poco a poco diventa punto di riferimento delle persone che imparano a conoscerlo. I carabinieri però sono sulle sue tracce e, parimenti, alcune famiglie di contadini locali ricevono, tramite il messo, ingiunzioni di lasciare i loro insediamenti lungo il fiume per fare posto ad altre costruzioni. Il professore viene, infine, identificato come colpevole del gesto all’università e sottoposto a interrogatorio. I contadini lo aspettano per stare con lui ancora una volta. Ma da quel momento in poi di lui non si è più avuta notizia.
Il copione mette al centro un giovane professore smarrito che si sveste (ma non di tutto) per ritrovare il contatto con la natura, e in lui noi pensiamo di vedere un Cristo moderno. Ma ci sbagliamo, perché lui si allontana e quelli che restano sono i contadini, i semplici, i puri di cuore: e sono loro, che noi incontreremo di nuovo. Gioca un po’ a nascondino Olmi in questo suo racconto che si immedesima lieve nel passare delle opere e dei giorni, che ha la fragranza del pane appena sfornato e la pudica verbosità della burocrazia incombente. I contadini, il Po, la terra tornano a essere per il regista bergamasco quell’unicum esistenziale e spirituale che è lievito di civiltà, di vita in comune, di rispetto reciproco. Crocifiggere i libri e rinunciare all’altare in nome di una religione da strada appare, dunque, come una provocazione tanto salutare quanto azzardata. Bisogna ascoltarlo Olmi, mentre pronuncia queste frasi, e scavare nella sua sofferenza di credente, che con sincerità disegna lo scenario del futuro in una fede conquistata giorno per giorno nel contatto della vita concreta. Il film ha la semplicità del poemetto lirico e le cadenze ieratiche della parabola. Il professore scompare, e i contadini si sentono soli. Ne tornerà un altro? Olmi resta in ricerca, e noi con lui sappiamo che il Cristo della fede non scompare mai, ma è con noi ogni giorno ed è con noi sull’altare, in ogni chiesa, luogo di pacificazione e di perdono. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti (dalla Commissione nazionale valutazione film della CEI).
CORPO ESTRANEO
di Krzysztof Zanussi
drammatico, 117’
Giovane manager, Angelo apprende che Kasia, la ragazza polacca di cui è innamorato conosciuta in un gruppo di preghiera in Italia, ha deciso di prendere i voti e di tornare in Polonia. La raggiunge nella speranza di farle cambiare idea. Per starle vicino, trova lavoro in una multinazionale polacca, alla cui testa c’è Krystyna, manager aggressiva e decisa che fa strani progetti su Angelo.
Regista serio, pacato, misurato, anche schivo e lontano da polemiche (eppure come polacco ha avuto non poche occasioni per finirci dentro), Krzysztof Zanussi ha seguito passo passo le travagliate vicende del proprio paese, testimoniando vicinanza e attenzione. In questo film propone una storia come un quesito morale, con scelte grosse e non facili da sciogliere. E tiene lo sguardo rivolto verso una Polonia “moderna”, laica e aperta all’economia di mercato, che però fa i conti con il richiamo della fede e una decisione da prendere. La storia inclina verso dilemmi etici stringenti e i protagonisti sono messi con le spalle al muro dallo scontro tra lusso e richiamo del guadagno da un lato e adesione alla rinuncia dall’altro. Materia non da poco, drammi da risolvere con cura e discernimento, e svolgimento anche qui lieve, leggero, in pace con se stesso fin dall’inizio. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti (dalla Commissione nazionale valutazione film della CEI).