Da leggere e da vedere 2024/04

Lettera diocesana 2024/04

Da leggere 2024/04

IO SONO CON TE

Marco Galante, Sara Melchiori, Io sono con te. Un prete in corsia, Edizioni Messaggero Padova, 2024, pp. 152, 16,00 euro

Durante la pandemia don Marco ha vissuto all’interno di un ospedale Covid: una presenza di ascolto, conforto e preghiera per i malati e per il personale ospedaliero. Un’esperienza umana e di fede che intreccia domande impossibili e occasioni gravide di mistero. Sofferenza e sollievo, paura e fiducia, distacchi e incontri. Volti, promesse, ricordi, morti e rinascite. Presenza e vicinanza – il Vangelo della Vita – in un momento in cui la solitudine, il dolore, l’ignoto toglievano il respiro. Un vissuto che diventa occasione per ricordare che nessuno mai dovrebbe trovarsi solo di fronte al dolore, alla paura, alla morte.«

Gli autori. Marco Galante è prete della Chiesa di Padova dal 1999. Per otto anni è stato cappellano degli Ospedali riuniti Padova Sud Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia (Pd). Ha vissuto il tempo della pandemia in corsia, accanto a malati e personale ospedaliero.
Sara Melchiori è giornalista professionista. Precedentemente redattrice del settimanale diocesano La Difesa del popolo, dal 2006 è responsabile dell’Ufficio stampa della Diocesi di Padova. Ha scritto per il Messaggero di sant’Antonio, Sir, Settimana, Il Regno, Credere. Collabora con Avvenire.


«SMASCHILIZZARE LA CHIESA?»

Lucia Vantini, Luca Castiglioni, Linda Pocher, «Smaschilizzare la Chiesa»? Confronto critico sui “principi” di H.U. von Balthasar con la prefazione di papa Francesco, Edizioni Paoline, 2024, pp. 96, 11,00 euro

«È necessario smaschilizzare la Chiesa». Papa Francesco lo ha detto molte volte, e per questo ha chiesto a due teologhe e un teologo di approfondire, nella seduta del Consiglio di cardinali del 4 dicembre 2023, il “principio mariano-petrino” di H.U. von Balthasar. Il libro raccoglie i testi dei loro interventi, che illustrano sia i limiti del pensiero di Balthasar, e dell’uso che ne è stato fatto, sia i molti modi in cui nella Chiesa la differenza di genere è interpretata e attuata come disparità. In alternativa, Lucia Vantini, Luca Castiglioni e Linda Pocher propongono pensieri e pratiche che assumono la complessità del reale, affrontano i nodi critici della maschilità (anche e innanzitutto quella dei ministri ordinati) e ascoltano il Vangelo liberandolo dalle interpretazioni che hanno nascosto ed emarginato le donne.

L’ESTATE DI CLEO

di Marie Amachoukeli

drammatico, 85min

Gli autori. Lucia Vantini, presidente del Coordinamento teologhe italiane, è membro della comunità filosofica Diontina, del comitato scientifico della Fondazione Lanza per l’ambito “Etica, filosofia e teologia” e del gruppo di ricerca “Salvare la fraternità. Insieme” della Pontificia Accademia per la Vita.
Luca Castiglioni è presbitero della diocesi di Milano e membro dell’Associazione teologica italiana e socio ordinario del Coordinamento teologhe italiane.
Linda Pocher è socia dell’Associazione teologica italiana, membro del Consiglio della Pontificia Accademia Mariana Internazionle e del Comitato scientifio del Joint Diploma in Ecologia Integrale promosso dalla rete delle Università e Facoltà Pontificie di Roma.


Da vedere 2024/04

L’ESTATE DI CLEO

di Marie Amachoukeli
drammatico, 85min

La storia. Francia, oggi. Cléo, sei anni, orfana di madre, è accudita con affetto da Gloria, capoverdiana arrivata in Francia per contribuire al mantenimento della sua famiglia rimasta in Africa. Le due sono legatissime e così, quando la donna deve tornare nel suo paese, Cléo ottiene dal padre il permesso di raggiungerla per le vacanze estive. La bambina conosce così Fernanda, ventenne, in procinto di partorire, e César, adolescente, furioso con la madre, dalla quale si è sentito abbandonato, e apertamente ostile con Cléo, che ha “goduto” dell’affetto e delle attenzioni di cui si sente defraudato. Passata l’emozione e la gioia di ritrovare Gloria, la piccola sente che il rapporto di esclusività che aveva con la donna è perso per sempre e il suo dolore esplode dopo la nascita del nipote, verso il quale ha un gesto di stizza che, per fortuna, non ha serie conseguenze. Cléo capisce che non può tornare indietro: deve accettare il distacco e aprirsi al futuro. E Gloria, dopo averla accompagnata all’aeroporto, sorridente e amorevole come sempre, può finalmente permettersi di piangere. Con gli occhi di una bambina, i grandi occhiali attraverso i quali guarda il mondo, la macchina da presa sempre alla sua altezza, la paura, la gelosia, il dolore, la rabbia, la determinazione, ogni sfumatura del suo animo colta negli intensi primi piani. Questo è il registro scelto da Marie Amachoukeli per il dolce e coinvolgente “L’estate di Cléo”. La regista, che ne scrive anche la sceneggiatura con Pauline Guéna, ha spiegato di essere partita dalla sua esperienza personale: «Il film è dedicato a Laurinda Correia, una immigrata portoghese che si prendeva cura di me quando ero piccola (…) Quando avevo sei anni, mi disse che sarebbe tornata nel suo paese con suo marito per aprire un’attività e iniziare una nuova vita vicino alla sua famiglia. È stato il primo grande shock della mia vita». Un racconto di crescita che trova in due straordinarie interpreti – Louise Mauroy-Panzani e Ilça Moreno Zego – il suo punto di forza. Crescere significa imparare cose nuove, e Cléo impara a nuotare, ma anche trovare la forza di lasciare andare ciò che non possiamo trattenere, accettare il cambiamento anche se fa male, per aprirsi al futuro. E questo vale anche per Gloria. Interessante la scelta di punteggiare il film di inserti animati coloratissimi, che accompagnano gli stati d’animo e i cambi d’umore della piccola, così come lo spazio dato alla descrizione della società capoverdiana, il folklore, la religiosità e i riti celebrati per allontanare le influenze maligne. Un’ultima considerazione: il film brilla per l’assenza di figure maschili. Il padre di Cléo è amorevole, ma assente, troppo preso del suo lavoro; del padre del bimbo che aspetta Fernanda non sappiamo nulla e Gloria è l’unico sostegno della sua famiglia. Una storia di donne, indipendenti e forti, o che tali diventeranno. “L’estate di Cléo” è consigliabile, problematico-poetico, adatto per dibattiti (dal giudizio della Commissione nazionale valutazione film della Cei).