Il nuovo Direttorio per la catechesi è un documento elaborato dal Pontifico Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e offerto alle Chiese di tutto il mondo a sostegno del loro costante impegno a servizio dell’annuncio del Vangelo. Il Direttorio, il terzo dopo quelli del 1971 e del 1997, si rendeva ormai necessario in considerazione dei grandi mutamenti culturali e sociali degli ultimi decenni. Si può affermare che, anche con questo strumento, la Chiesa risponde alla necessità di rimanere sempre aperta alle esigenze del rinnovamento, nella ricerca continua di una più autentica fedeltà a Dio e agli uomini.
Il nuovo Direttorio si colloca sulla scia aperta dall’esortazione Evangelii gaudium di papa Francesco, autentica mappa per il cammino della Chiesa per le strade della contemporaneità. Da quel documento, il Direttorio ha ricevuto le sue coordinate essenziali e fondamentali: “trasformazione missionaria”, “conversione pastorale”, “stile evangelizzatore”, intuizioni profetiche che imprimono una nuova vitalità a ogni dinamica ecclesiale. Anche l’azione catechistica – ed è questo l’obiettivo generale a cui guarda e invita l’intero documento – viene rivisitata e riletta alla luce di tale prospettiva missionaria. Ciò significa due cose.
- Catechesi kerygmatica. Per molto tempo la catechesi ha avuto il compito di aiutare a sviluppare il seme della fede ricevuto col primo annuncio. Questo avveniva essenzialmente nel processo di iniziazione cristiana e si consolidava nei successivi percorsi di formazione permanente. In fondo, era come se la fede si desse già per “acquisita” e si trattasse solo di custodirla e alimentarla. È sotto gli occhi di tutti, invece, che la complessità con cui l’uomo di oggi esprime la propria libertà, matura le scelte e decide le appartenenze esige che la catechesi faccia risuonare di volta in volta e per ciascuna persona l’annuncio della Pasqua in maniera dinamica. Attrezzarsi perché ogni annuncio catechistico, nella grande varietà di forme e situazioni in cui questo avviene, sia sempre “intriso” del kerygma pasquale e risulti quindi un annuncio libero e gioioso del cuore del Vangelo è un modo avvincente e stimolante per vivere la missione qui e ora.
- Ispirazione catecumenale della catechesi. C’è una seconda attenzione evidenziata dal nuovo Direttorio che aiuta la catechesi a divenire sempre più missionaria, attenzione per la quale in verità la Chiesa italiana da diverso tempo si è attività con passione, coraggio e creatività. Si tratta del fatto che l’azione catechistica, lasciandosi profondamente ispirare dall’esperienza catecumenale, si realizza come un percorso ampio e progressivo, dentro il grembo comunitario, in collegamento con tutte le dimensioni della vita di fede: Parola, liturgia, preghiera, carità, testimonianza, comunità. È in definitiva una catechesi che annuncia il Vangelo facendo fare innanzitutto esperienza di vita cristiana, realizzando un reale “accompagnamento personale dei processi di crescita”, secondo le indicazioni di papa Francesco in Evangelii gaudium. Crescere come comunità cristiana e come singoli in questa effettiva capacità di “camminare con” è la sfida a cui non ci si può più sottrarre e che sarà il tratto caratterizzante i processi formativi ecclesiali nel prossimo futuro.
Dalle due attenzioni brevemente descritte, emerge il profilo di una catechesi capace di ritagliare l’annuncio per il cuore di ciascun uomo perché sia “per lui” annuncio di vita. È una catechesi realmente missionaria perché è interessata non solo a “dare” la fede (traditio) per poi attendere una sua riconsegna (redditio) ma, accompagnandosi con ogni fratello e interagendo con garbo e rispetto col suo vissuto reale, in attivo ascolto dello Spirito che precede sempre, vede germogliare e crescere una personale risposta di fede. È una catechesi dal sapore “artigianale”, autentica trasparenza della cura con cui Dio, ogni giorno e in silenzio, accompagna e fa crescere ogni suo figlio.
don Eugenio Bruno – Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione