Quando ero bambina, avevo un’immagine tetra e malinconica della Quaresima. Questa sensazione mi è rimasta per lungo tempo; fra ragazzi ci si diceva: «Sei triste come una Quaresima!» e già questo la dice lunga su quello che a livello istintivo evoca questo termine. È proprio il cammino catecumenale che ci permette di cogliere il significato profondo della Quaresima.
Da un punto di vista etimologico, Quaresima deriva da quadragäsëmus – “quarantesimo” – e significa propriamente “quarantesimo giorno (prima di Pasqua)”. Indica una quantità, un periodo. Più interessante, invece, è la trafila etimologica dell’equivalente inglese lent, abbreviazione della forma arcaica lenten da connettersi con long “lungo”: ebbene ho scoperto che il suo primo significato è “primavera”, con probabile riferimento all’allungamento delle giornate proprio della stagione primaverile. Questa è un’etimologia esclusiva dell’inglese, ma è davvero una grande risorsa per comprendere questo tempo dell’anno liturgico.
È il tempo della primavera della fede! Esso era nato proprio per i catecumeni, come ultimo tempo della loro preparazione ai sacramenti della Iniziazione cristiana. Un periodo di ritiro e di preghiera più intensa, in cui, terminata la catechesi, il catecumeno poteva inoltrarsi nella contemplazione del Mistero pasquale per accogliere il dono immenso dell’incontro con Cristo nei sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Eucaristia. I neofiti, letteralmente “nuovi germogli”, sono proprio il segno di questa primavera che esplode nei sacramenti pasquali.
Accanto ai catecumeni, tutti i battezzati sono chiamati ogni anno a rimettersi in cammino. «Convertici a te e noi ritorneremo». Questi due termini riassumono il cammino della Quaresima: conversione per un ritorno a Dio che ci chiama alla vera vita, un ritorno a noi stessi e agli altri. La Quaresima ci si presenta come un tempo di speranza nel quale si ricorda il significato della vita umana: entrare nella sfera divina, rinascere dall’acqua e dallo Spirito, vivere una liberazione totale che porti alla divinizzazione dell’uomo. Una nuova primavera per ciascuno di noi.
L’itinerario quaresimale si apre con il Mercoledì delle ceneri, la cui Colletta dice: «O Dio, nostro Padre, concedi, al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male». Si afferma che la penitenza è un’arma per combattere contro lo spirito del male ed essa consiste nel rinnovamento dato dai tre cardini di questo tempo: il digiuno, la preghiera, la carità.
Ma dall’orazione della Prima Domenica di Quaresima, comprendiamo che questo tempo non è solo un cammino di preparazione alla Pasqua, ma è un segno sacramentale che prefigura e contiene, quasi anticipandolo, il mistero pasquale di Cristo che ci spinge alla conversione. Nella Liturgia quaresimale, i catecumeni, ma anche ogni battezzato, incontrano il mistero della Pasqua del Signore scoprendolo nelle figure della Scrittura e nei riti che si celebrano. Infatti, come tutta la Scrittura si riferisce a Cristo (come scrive Ugo da San Vittore), così tutta la Liturgia non celebra altro che il Mistero pasquale di Cristo, morto e risorto per noi. L’orazione recita: «O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero pasquale di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita». La conversione a cui siamo chiamati, e a cui la Quaresima ci invita, è proprio aderire al Mistero Pasquale.
Il ciclo di letture dell’anno A nasce con il catecumenato ed è per tutti i battezzati una via per rivitalizzare la grazia battesimale. Le cinque tappe, che nacquero come pedagogia del catecumeno, sono diventate nella storia della Chiesa, l’itinerario della riscoperta della grazia battesimale per i fedeli già battezzati.
La nostra conversione consiste nel sapere che il battezzato è un tentato vittorioso sul male, che i sacramenti dell’Iniziazione cristiana sono trasfigurazione, acqua viva, luce, risurrezione. Infatti, in questi sacramenti l’uomo riceve la forza di sconfiggere il peccato, è trasfigurato dalla luce pasquale, riceve l’acqua viva, la luce, è illuminato, vince la morte, per vivere un’eterna primavera.
Elide Siviero, Servizio diocesano per il catecumenato