Da leggere 2018/07
DONO
Roberto Repole, Dono, Rosenberg & Sellier, 2013, pp. 128, 9,50 euro
I tempi che viviamo sono dominati dal mercato e dalle sue narrazioni: perfino nel linguaggio quotidiano è difficile sfuggire alle metafore economiche. Tuttavia la crisi che sperimentiamo rimette in discussione l’efficacia di questa egemonia culturale. Nonostante uno scenario brutale, molte persone continuano a donare. Il dono è però solo in apparenza qualcosa di semplice: che cosa è dono? Qual è il suo rapporto con la giustizia? Chi può fare un dono? Chi può riceverlo?
L’autore. Roberto Repole è teologo e insegna presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale. È presidente dell’Associazione Teologica Italiana dal 2011 e nei suoi numerosi saggi si è dedicato al ripensamento della chiesa nell’orizzonte della cultura odierna interrogando anche la filosofia contemporanea.
IL VESCOVO
Carlo Maria Martini, Il vescovo, Rosenberg & Sellier, 2011, pp. 96, 8,50 euro
Il cardinale Carlo Maria Martini in questo libro propone una riflessione inedita, frutto della sua esperienza personale, su una figura istituzionale molto nominata nei mezzi di informazione, ma forse non sempre davvero conosciuta. Dalla domanda: “Come si diventa vescovi?” al racconto delle relazioni amichevoli, critiche o polemiche con credenti e non credenti, si arriva alle caratteristiche che rendono il vescovo capace di vivere e annunciare il Vangelo nel mondo postmoderno. Un libro intenso che si prende cura della parola vescovo, per toglierla dai riflettori della banalizzazione quotidiana e per renderla accessibile a tutti, chiarendo dubbi e oscurità.
L’autore Carlo Maria Martini, gesuita e biblista di fama internazionale, è stato per ventidue anni arcivescovo di Milano. Autore di numerosi testi di esegesi e di meditazione, è uno degli scrittori cattolici più amati e letti.
LA MIA LETTERA ALLA CHIESA
Ermanno Olmi, La mia lettera alla Chiesa. Il testamento spirituale di un maestro visionario, Piemme, 2018, pp. 112, 12,90 euro
Attento ai temi della spiritualità nel corso di tutta la vita e la carriera, Ermanno Olmi ha scritto di getto questa lettera appassionata negli anni della vecchiaia. Una sorta di testamento spirituale, in cui riaffermare con forza che la religiosità è frutto del sentimento più ancora che della dottrina. Sono pagine forti, intense, che attingono alle emozioni più profonde, scritte nella sincera convinzione che l’Occidente e la nostra Italia abbiano profondamente bisogno di un «supplemento d’anima». Il profetico regista dell’Italia contadina chiude il suo sogno di un’umanità profondamente rinnovata con un’immagine filmica e potente: dalla facciata della basilica di San Pietro appare un uomo, che dice: «Sono tornato come vi avevo promesso non fate della casa del Padre una bottega. Distruggete questo tempio e, come allora, in tre giorni risorgerà dentro di voi».
L’autore Ermanno Olmi è stato uno dei più grandi registi del cinema italiano e internazionale. Nel 2008 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera. In uno dei suoi ultimi lungometraggi, Il villaggio di cartone (2011), ha affrontato con intensità tematiche inerenti la fede, la spiritualità, la Chiesa, l’umanità tutta; questioni affascinanti che ritornano nella filigrana di questa Lettera.
Da vedere 2018/07
I VOLTI DELLA VIA FRANCIGENA
di Fabio Dipinto
durata: 55min
Siamo sui luoghi e incontriamo le persone che hanno scelto di percorrere un cammino del tutto insolito e originale: pellegrini, ospitalieri, traghettatori, volontari, storici e religioso. Con testimonianze varie e diversificate…
La Via Francigena è l’antica Via che nel medioevo univa Canterbury a Roma e ai porti della Puglia. Sono 1800 chilometri che, a lungo dimenticati, sono stati riscoperti in anni più recenti, permettendo di riprendere i contatti con un percorso bello e affascinante. Fabio Dipinto, filmmaker torinese classe 1989, ricorda la genesi del lavoro: «Nel 2012 ho intrapreso il Cammino di Santiago che mi ha lasciato qualcosa di unico e magico. La scorsa primavera sono entrato in contatto con un gruppo di persone che di li a poco avrebbero aggiornato volontariamente la segnaletica del famoso percorso. È nata allora l’idea di unirmi a loro per girare un documentario, creando così la giusta fusione tra le mie due grandi passioni: il camminare e la cinematografia. Il 18 di luglio sono partito dal colle del Gran San Bernardo per giungere a Roma il 2 settembre». Riguardo alla differenza tra le due esperienze precisa: «Quello di Santiago è un Cammino legato molto più alla condivisione, all’umanità, mentre la via Francigena è indicato per persone che hanno voglia di stare a contatto con la natura, con il silenzio e vivere un’esperienza intima e selvaggia». Nel percorso dalla Val d’Aosta a Roma, molte interviste punteggiano il percorso con persone di varia cultura di disparati interessi: scrittori, psicoatleti, storici, e personaggi quali il rettore della Confraternita di San Giacomo di Compostela. Il territorio è segnato da una non comune bellezza paesaggistica e culturale. Negli angoli più particolari s’incontrano tradizioni di forte valenza religiosa accanto ad altre che significano legami storici secolari e abitudini non modificabili. In tutti gli intervistati emerge un forte commozione per l’esperienza provata insieme alla convinzione che quello che il cammino lascia in ciascuno è destinato a restare nel cuore di ciascuno. Il film si presta, infatti, per proiezioni in ogni luogo dove ci sia amore e rispetto per storie di natura e di equilibrio. Respira l’aria della Via Francigena vuol dire sentire i sapori e gli odori dell’aria pura e della freschezza. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile/realistico e anche adatto per dibattiti (a cura della Commissione Nazionale Valutazione Film CEI).