Da leggere 01/2018
ALLA SCUOLA DELLA PACE
Comunità di Sant’Egidio, Adriana Gulotta, Alla Scuola della Pace. Educare i bambini in un mondo globale, Edizioni San Paolo, 2017, pp. 288, 18,00 euro
Dal Salvador al Malawi, passando per Buenos Aires fino a Napoli, questo libro ripercorre la storia dell’amicizia tra tanti giovani e i bambini, attraverso l’esperienza delle Scuole della Pace della Comunità di Sant’Egidio, presenti in oltre settanta Paesi. Ne descrive l’azione nelle periferie umane ed esistenziali del mondo globale e si sofferma sul loro particolare metodo educativo, disegnando un itinerario che può essere di aiuto e riflessione per genitori, maestri, educatori, insegnanti e quanti si trovano accanto ai bambini a diverso titolo. Un libro per ascoltare la voce di migliaia di bambini del mondo globale, le loro domande, i desideri, le scoperte e la voglia di futuro. La cultura del dialogo e dell’incontro è necessaria: educare alla pace costituisce un grande investimento sul futuro, perché imparare a vivere insieme, in pace, sugli orizzonti del mondo è un processo lungo e impegnativo.
L’autore. Adriana Gulotta, curatrice del volume Alla Scuola della Pace (San Paolo, 2017), è docente di materie letterarie. Ha seguito negli anni l’impegno della Comunità di Sant’Egidio con le giovani generazioni, curando progetti di scolarizzazione e di integrazione, di sostegno a distanza, di prevenzione dell’abbandono e tratta dei minori, in Italia e in diversi Paesi del mondo. È coordinatrice delle Scuole della Pace a livello internazionale.
STRANIERI RESIDENTI
Donatella Di Cesare, Stranieri residenti. Una filosofia della migrazione, Bollati Boringhieri, 2017, pp. 280, 19,00 euro
Nel paesaggio politico contemporaneo, in cui domina ancora lo Stato-nazione, il migrante è il malvenuto, accusato di essere fuori luogo, di occupare il posto altrui. Eppure non esiste alcun diritto sul territorio che possa giustificare la politica sovranista del respingimento. In un’etica che guarda alla giustizia globale, Donatella Di Cesare riflette sul significato ultimo del migrare, andando subito al cuore della questione. Abitare e migrare non si contrappongono, come vorrebbe il senso comune, ancora preda dei vecchi fantasmi dello jus sanguinis e dello jus soli. In ogni migrante si deve invece riconoscere la figura dello “straniero residente”, il vero protagonista del libro. Atene, Roma, Gerusalemme sono i modelli di città esaminati per interrogarsi sul tema decisivo e attuale della cittadinanza. Nella nuova età dei muri, in un mondo costellato da campi di internamento per stranieri, l’autrice sostiene una politica dell’ospitalità, fondata sulla separazione dal luogo in cui si risiede, e propone un nuovo senso del coabitare.
L’autore. Donatella Di Cesare è professore ordinario di Filosofia teoretica alla Sapienza di Roma. È tra le voci filosofiche più impegnate nel dibattito pubblico contemporaneo.
Da vedere 01/2018
COME PIETRA PAZIENTE
di Atiq Rahimi
genere: drammatico, durata: 103’
Nella casa di un paesino ai piedi delle montagne di Kabul, una giovane moglie accudisce il marito, ferito nella guerra che dilania il Paese e da tempo in coma. La donna ha due figlie adolescenti, esce poco di casa, vive col costante pericolo di bombe e guerriglieri. Quando un soldato si presenta alla porta, imprevedibilmente, la donna vive con lui un rapporto amoroso che si ripete nei giorni successivi. Da quel momento lei nei soliloqui con il marito si apre a confessioni, rivelazioni, racconta episodi finora tenuti nascosti. Ma una volta, mentre la stringe, la mano del marito in coma si agita…
Originata dal proprio romanzo Pietra di pazienza, la messa in scena di Atiq Rahimi si segnala per una forte originalità, per la capacità di ricostruire uno scenario di grande sofferenza, calibrando al meglio dramma, verità, dubbi esistenziali, ruoli e identità. La “confessione” della ragazza è una decisa denuncia delle privazioni subite dalle donne in quei difficili contesti aggravati dalla presenza di una guerra senza fine. Il tono è insieme realistico e simbolico, ad alto tasso di suggestione di coinvolgimento, grazie anche alle capacità evocative di Golshifteh Farahani nel ruolo della protagonista. Film ad ampio spettro tematico che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti (a cura della Commissione nazionale valutazione film della CEI).