Un «dolce peso» da portare tutti insieme. Gli ottocento anni dell’Università degli Studi di Padova sono, allo stesso tempo, una ricorrenza da celebrare e un punto di avvio. Celebrazione, nel significato etimologico del termine: frequentare, rendere affollato. Perché il calendario di eventi, mostre, incontri, messo a punto per gli ottocento anni dell’Ateneo, offre opportunità per ogni tipo di sensibilità e interesse. Ci piacerebbe, quindi, che questa ricorrenza si possa “vedere” nella città che da otto secoli condivide – legata in maniera indissolubile – la propria storia con quella della sua Università.
Ma la storia, così come la descrive Cicerone, è «testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita». Insegna, dunque: ed è per questo motivo che sentiamo la ricorrenza degli ottocento anni come un ulteriore nuovo inizio. Sfide diverse ci attendono in un mondo che cambia a una velocità sempre maggiore. Come ci ha fatto vedere, un esempio per tutti, la pandemia. Siamo chiamati a guardare il futuro, per anticiparlo, non subirlo. Lo facciamo consci che la nostra tradizione ci indica che saremo in grado di porci – e soprattutto raggiungere – nuovi obiettivi.
Ecco perché parlavo di «dolce peso» da portare tutti insieme: gli ottocento anni dell’Università di Padova sono un momento di riflessione per tutta la città, non solo nelle stanze accademiche. La storia secolare del nostro ateneo, a ben pensarci, è la stupenda esperienza di donne e uomini che hanno lasciato un segno indelebile non solo nel loro periodo storico, ma in quelli successivi. Donne e uomini coraggiosi, geniali, capaci con il loro operato di tenere vivo sempre quell’«Universa Universis Patavina Libertas» che non è solo un motto, non più: è la cifra fondante e riconosciuta del nostro Ateneo.
Daniela Mapelli, Magnifica Rettrice dell’Università di Padova