Passione per l’umanità, cura e metodo

Lettera diocesana_Sguardi_2019/10

Quando un parroco prende in mano un testo di Christoph Theobald ha sempre un sentimento insieme di curiosità – non è mai banale, scontato, anzi riserva sempre novità “intelligenti” – e di timore: non è mai semplice e anche la mole dei volumi dice la sua.

Anche con Urgenze pastorali è così. Ma… lo prendi lo stesso: non puoi farne a meno! Così te lo trovi sopra il tavolo ed è lì che ti aspetta.

Urgenze pastorali. In pastorale ci sono cose urgenti: la catechesi, soprattutto una proposta e un metodo per gli adulti; la liturgia a misura di comunità e con un linguaggio più coinvolgente, comunicante; una carità che sappia farsi risposta alle domande reali del territorio… Ma è anche la pastorale stessa che “urge”, cioè spinge: verso il mondo, questo mondo; e verso il Vangelo, quello di sempre, ma che è parola viva e attuale per l’uomo d’oggi. E, se spinge, non lascia immobile: scuote e sgancia dalle sicurezze e butta verso un orizzonte con ben pochi appigli. Non sono più io a fare pastorale, ma è quasi lei a “farmi”, a mettermi in discussione. In questo senso intuisco il sottotitolo “Per una pedagogia della riforma”.

Alla fine della lettura, magari un po’ frettolosa, quali “passioni” Theobald mi ha comunicato? Perché dirti «Prendilo anche tu, leggilo con coraggio e leggerezza e fatti toccare dal tesoro che porta in sé e dall’entusiasmo che suscita in te»?

Provo solo a elencarle, con la consapevolezza che sono presenti in tutta la sua opera teologica e qui magari sono “concentrate”.

La passione per l’umanità dell’uomo, gratuitamente riconosciuta. È un’attenzione che allena a liberarsi dai pregiudizi per apprezzare e assaporare il bene che ogni uomo e donna portano in sé, a prescindere da qualsiasi ulteriore pericolosa classificazione.

L’infinita passione di Dio per l’umanità di ogni uomo e donna. Sembra quasi di arrivare al momento della Genesi, quando Dio crea Adamo nudo, senza altra caratteristica che la sua umanità (e femminilità!). Lì egli dice «Questa è cosa molto buona!». È tale questa sua infinita passione che, per il bene di quella umanità, la assume in toto e si fa uomo per ridarle la dignità di figlia amata, figlia di Dio.

Theobald ha la capacità di far risuonare come un’orchestra strumenti importanti: la parola di Dio (Luca e Atti hanno un’attenzione particolare), il Vaticano II, papa Francesco e la sua Evangelli Gaudium… e non meno le scienze umane, con le quali interpretare il presente della storia e le profondità dell’animo umano.

Egli ci offre poi un rigore e una cura metodologica che, anche a rischio di ridondanza, non lascia escluso alcun angolo di indagine, riflessione, approfondimento.

Infine – ma solo per questione di spazio – egli esprime una grande fiducia e speranza («speranza realistica e realismo che fa sperare») per il futuro della Chiesa, anche di quella un po’ rattrappita della nostra Europa. È questo che lo porta a spendere tali e tante energie, così da offrire tracce di percorso, di ripensamento, “pedagogie di riforma” che la rendano ancora veramente missionaria, secondo il sogno di Bergoglio: capace di accogliere e riconoscere ciò che Dio le dona qui e oggi, nel grande campo della storia, dove la messe è sempre abbondante.

Al di là di queste mie righe, caro parroco, se ancora non l’hai fatto, prenditi il testo e trova qua e là alcune ore (non poche…) per leggerlo con calma: lasciati appassionare.

don Enrico Piccolo, parroco di Campodarsego (Pd)