La Parola si faccia carne e cuore

Lettera diocesana 2018/01

E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità
(Gv 1,14)

Il dinamismo della Parola, la forza della Parola che si fa carne in ogni uomo, che si fa povero con gli ultimi, con i naufraghi della storia. La Parola che ha bisogno della nostra voce per rivelarsi a partire dai nostri cuori. La Parola che ha trovato voce nei cuori e nella carne di quanti nel loro viaggio per la vita sono arrivati da mondi lontani a camminare e vivere nella nostra geografia fatta di paesi e campagne attorno alle ex basi militari di San Siro (Bagnoli) e Conetta.

All’interno di questi luoghi precari di vita e in attesa di ricucire un senso per il proprio futuro è nata l’esperienza del gruppo “Rinascita”.

«Alcuni cristiani delle basi – racconta padre Lorenzo Snider, assistente spirituale nelle basi di Conetta e San Siro – hanno deciso di organizzarsi, di dotarsi una struttura, di assumere responsabilità, di diventare protagonisti. È nato il gruppo “Rinascita”. È gruppo che sogna di poter cambiare le cose, le strutture, la società, iniziando con il cambiamento dei propri atteggiamenti e del proprio cuore… Richiedenti asilo con un sogno missionario, quello di essere portatori di parole e pratiche buone, tanto all’interno che all’esterno dei campi. Sono circa una cinquantina di giovani, impegnati in azioni di volontariato nelle parrocchie, in tempi di preghiera e scambio sulla parola di Dio, in momenti di incontro, animazione ed evangelizzazione nei gruppi e nelle diverse comunità parrocchiali. Nello statuto che un po’ alla volta stanno scrivendo si legge “Abbiamo attraversato il deserto e il mare… molti di noi sono morti e noi siamo qui, grazie a Dio. Ora siamo pronti per ricominciare una nuova vita. Ci rendiamo conto che, perché sia veramente nuova, deve essere immersa nell’amore di Dio».

È un segno di speranza vedere uomini di nazionalità, lingua e anche culture diverse decidere di collaborare, di fare “chiesa” e di sognare un cambiamento che inizia sempre dal cuore. Nascono parole nuove: «vogliamo lavorare per chi verrà dopo di noi: con il nostro esempio vorremmo aiutare chi ci accoglie a capire che non siamo delinquenti, che non siamo un pericolo, ma che possiamo vivere insieme in pace, anzi possiamo dare una mano per migliorare la vita di questo paese e anche delle nostre terre di origine, possiamo dare e ricevere molto dallo scambio culturale e umano».

Il Signore è sempre capace di stupirci e apre strade inaspettate, sentieri nuovi, rinnovandoci dal di dentro. A volte durante questi momenti sentiamo forte la voce e la presenza delle Spirito che ci accompagna. Solo un esempio: qualche domenica fa ad Agna (parrocchia situata tra i due campi di San Siro e di Conetta), prima della benedizione finale un chierichetto ha chiesto la parola: “voglio dire qualcosa”. Dall’alto dei suoi 9 o 10 anni aveva un messaggio importante per tutti. Dal microfono dell’altare, con le lacrime agli occhi eccolo affermare: «Conosco dei miei amici che gettano cartacce e sporcano la piazza… non sono africani. Noi accusiamo i migranti per tutto ma loro…. Sono molto meglio di noi!». Applauso dell’assemblea e tanti occhi lucidi davanti alla forza di un bambino che non può tacere quello che i suoi occhi e il suo cuore vedono.

E le parole di Donatien Bakoine a proposito dei primi passi del gruppo Rinascita: «Ho chiesto a un operatore della Base se c’era una chiesa nei dintorni. Un mattino padre Lorenzo mi ha approcciato e mi ha chiesto se c’erano altri fratelli cristiani. Eravamo una decina di persone… tra camerunesi, nigeriani, ivoriani… abbiamo cominciato a uscire e ad andare in chiesa. Nelle condizioni in cui viviamo è la fede che ci permette di vivere. Ho ripreso ad andare in Chiesa e a stare vicino ad altre persone. All’inizio non è stato facile. Alcuni italiani non ci scambiavano il segno di pace. Forse, ho pensato poi, era passato qualche africano che si era comportato male. La fede non ci permette di fermarci davanti alle opposizioni… Gesù, che era Figlio di Dio, è venuto nel mondo ed è stato perseguitato dai suoi… ma non ha smesso di amarli e di dare la vita. Abbiamo iniziato a uscire e ad animare le messe nelle parrocchie e ho visto che il modo con cui la gente ci guardava cominciava a cambiare un po’ alla volta. Ora non mi sento più frustrato se la gente non risponde al mio saluto. Ora altri mi salutano per primi. Con quello che facciamo mi pare che stiamo toccando il cuore delle persone. In realtà non siamo noi! Facciamo solo quello che possiamo, è Dio che fa tutto. Ringraziamo Lui e tutte le persone di buona volontà che ci aiutano. Anche coloro che non ci aiutano… un po’ alla volta cambieranno idea!».

La Parola si faccia carne, cuore. La Parola trovi la nostra voce unita alle loro voci per arrivare il più lontano possibile e il più in profondità possibile, per far crescere quel Bene che non ha confini e che nasce al centro del nostro animo. Questo lo spirito ci porta a vivere anche una giornata di Pace, il 14 gennaio 2018, proprio in questi territori che più da vicino vivono la presenza di centinaia di fratelli arrivati in Italia in questi anni e in questi mesi. Il percorso verso la Marcia per la Pace ha messo in moto tutta una serie di iniziative in diverse parti della nostra Diocesi con l’intento di dare “corpo” alle voci e alle storie di questi fratelli proprio creando vere occasioni di incontro, dialogo e fraternità. Il frutto più grande e bello di questo percorso è proprio questo, superare piano piano la percezione di una presenza quasi “invisibile” di individui in qualche maniera “estranei” che vivono in una dimensione “parallela” alla vita di tutti gli altri e delle comunità. Il cammino continua, e le sorprese di Dio non mancheranno, un grazie a quanti ci stanno accompagnando e ci saranno compagni di viaggio.

don Raffaele Coccato, parroco di Agna
padre Lorenzo Snider, assistente spirituale delle ex basi di San Siro e Conetta
& collaboratori