Da vedere 2019/07

IL RITRATTO NEGATO

di Andrej Wajda
biografico, 98 min

Nella Polonia del dopoguerra, il pittore Wladyslaw Strzeminski insegna all’Accademia delle Belle Arti di Lodz. Quando nel 1950 il regime di Mosca stringe la morsa sulle libertà individuali, anche Strzeminski, noto per le sue idee di una pittura non in linea con le direttive del socialismo, viene messo alle strette…

“Il ritratto negato” racconta la storia vera di Wladislaw Strzeminsky, pittore ma soprattutto teorico dell’arte e professore capace di coinvolgere attorno a sé molti giovani desiderosi di appendere il suo sapere. La parabola del polacco è esemplare di come un uomo libero diventi in breve tempo uno schiavo di un’ideologia che lo chiude e lo stringe senza respiro. L’uomo messo in scena è in realtà Wajda stesso, troppo spesso costretto ad abiure e mezze verità. Un ritratto spietato e agghiacciante che fa venire i brividi a pensare in quali condizioni è vissuta per oltre mezzo secolo un’Europa colta, seria messa in ginocchio da una idea totalitaria. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare complesso, problematico e adatto per dibattiti (dal giudizio della Commissione nazionale valutazione film della CEI).


DIEç – IL MIRACOLO DI ILLEGIO
di Thomas Turolo
docufilm, 71 min

La vita degli abitanti di Illegio, borgo montano nei pressi di Tolmezzo in Fiuli-Venezia Giulia, si anima quando cominciano i preparativi per allestire un progetto artistico di grande respiro, una mostra di quadri e sculture provenienti dai maggiori poli museali europei…

Si tratta di un documentario che si propone di mettere in avvio un percorso di conoscenza del territorio della Carnia, in Friuli-Venezia Giulia. Il tono è molto semplice e discorsivo, procede per progressivi allargamenti di coinvolgimento della zona interessata: si tratta, infatti, di una comunità piccola e vivace che a poco a poco si sente chiamata a partecipare a un avvenimento preciso – una mostra – e nel farlo vi mette cuore, convinzione, generosità. Soprattutto nell’illustrare le parti di cittadinanza coinvolte, emerge il lato civile dell’operazione. Il ritrovarsi delle persone, il lavorare su un progetto comune, la convinzione di operare per un obiettivo di bene condiviso è la conferma dello spirito d’intenti che spinge l’operazione: il tutto per valorizzare il territorio e trasmettere volontà e capacità costruttive. Si può essere d’accordo con le note di regia, quando si legge che si vuole «non solo testimoniare l’unicità della iniziativa, ma raccontare anche le dinamiche, senza filtri narrativi ma solo immergendosi totalmente nel suo scorrere quotidiano». Così tra grande arte e piccolo borgo si crea un’immediata sintonia che trasmette forza e serenità. La regia si adatta e segue i ritmi pacati e le atmosfere suggestive del luogo. Qualche ritmo più serrato avrebbe giovato a rendere il tono della narrazione più incalzante; nel complesso l’approccio calmo e pacato restituisce bene lo spirito e l’atmosfera che sempre animano il paese, la sua voglia di dare e trasmettere cultura e pace. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, semplice e adatto per dibattiti (dal giudizio della Commissione nazionale valutazione film della CEI).