Da leggere e da vedere 2021/08

Da leggere 2021/08

MANEGGIARE CON CURA

Marco Bove, Maneggiare con cura. La fragilità delle nostre vite, EDB Edizioni Dehoniane Bologna, 2021, pp. 128, 12,00 euro

«La fragilità segna tutta intera la nostra esistenza, fin dal primo istante. Poi, come un fiume carsico, a volte sembra scomparire nella terra. In realtà sta solo scorrendo più in profondità, ma presto o tardi rispunterà più avanti, a valle, prima di gettarsi nel mare». A partire dalla sua personale esperienza di vita e di ministero – è a capo di una onlus che si occupa di disabili e anziani – l’autore, prete milanese, riflette sul tema della fragilità. Queste pagine, che hanno il ritmo di un racconto il cui unico scopo è la testimonianza, si rivolgono a tutti, in particolare a coloro che si sono trovati a fare i conti in modo diretto con la fragilità e la disabilità, per poter riconoscere in questa esperienza un’opportunità e un’occasione di crescita.

L’autore. Marco Bove, presbitero milanese, è presidente della Fondazione Istituto Sacra Famiglia onlus e assistente spirituale internazionale di Fede e Luce. Si è occupato della formazione permanente del clero ed è stato parroco a San Nicolao della Flue e a San Lorenzo in Monluè, a Milano.


L’UOMO E LA TERRA

Giuseppe Morante, L’uomo e la terra. Per una “ecologia integrale” nella “casa comune”, Elledici, 2021, pp. 304, 18,00 euro

Parlare di ecologia non è questione di moda, ma di coscienza nella “casa comune”. Un libro che analizza in modo accurato l’attuale condizione di salute del nostro pianeta, affinché le coscienze si pongano in discussione per mettere in luce la globale urgenza educativa. Perché la salvaguardia dell’ambiente è questione educativa. L’autore parte dall’enciclica Laudato Si’ di papa Francesco e arriva al Sinodo dei vescovi in Amazzonia, si avvale di autori e attivisti di fama mondiale per attraversare questo nostro pianeta, scoprirne le ferite e provare ad attuare così un’eco-pedagogia in ambito umano e ambientale. Un percorso che giunge a indicare una “didattica” ecologica nelle famiglie, nelle scuole e in ogni ambiente di vita.

L’autore. Giuseppe Morante, salesiano, è attualmente un pedagogista attento ai problemi della cultura, con tanta esperienza accumulata in istituzioni in cui è stato: docente ordinario emerito della Facoltà di Scienze dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, Fondatore del Centro pedagogico salesiano Meridionale di Bari, direttore del Centro di pedagogia della comunicazione mediale di Castellammare di Stabia, direttore editoriale della Libreria dell’Ateneo Salesiano di Roma, nonché collaboratore di diverse riviste di pastorale, di pedagogia e di catechesi.


TRANSIZIONE ECOLOGICA

Gaël Giraud, Transizione ecologica. La finanza a servizio della nuova frontiera dell’economia, EMI Editrice Missionaria Italiana, 2015, pp. 288, 16,00 euro

Questo libro è un saggio di economia, ma si legge come un thriller. Come in un giallo l’autore indaga partendo dagli indizi, identifica le prove, cerca il colpevole, rintraccia il movente. Ma Gaël Giraud, che prima di esser gesuita è stato banchiere e conosce di persona il mondo degli hedge fund e delle Banche centrali, si spinge oltre. E traccia la strada per cercare un futuro di vita alla nostra società, rattrappita dentro lo schema del «paradigma tecnocratico» (papa Francesco), che mira a ottenere di più (risorse, prodotti, benessere) con meno (sforzi, investimenti, partecipazione). Transizione ecologica significa una società di beni comuni in cui il credito sia considerato mezzo e non fine per realizzare riforme a vantaggio di tutti e benefiche per l’ambiente: rinnovamento termico degli edifici, cambi di prassi nella mobilità, tasse più alte per chi inquina, in pratica «un’economia sempre meno energivora e inquinante».

L’autore. Gaël Giraud, economista francese e gesuita, lavora alla Georgetown University di Washington dove insegna economia e dirige il Programma per la giustizia ambientale, da lui fondato. Fellow dell’International Energy Agency, è direttore di ricerca al Cnrs di Parigi, dove è anche docente di teologia politica al Centre Sèvres. Già chief economist dell’Agence française de développement, con il libro Transizione ecologica ha vinto il «Prix Lycéen du livre économique» e il «Premio Biella Letteratura e Industria».


MORALE ARTIFICIALE

Gianni Manzone, Morale artificiale. Nanotecnologie, intelligenza artificiale, robot. Sfide e promesse, EDB Edizioni Dehoniane Bologna, 2020, pp. 244, 25,00 euro

Le nanotecnologie, che manipolano la materia a livello atomico e molecolare, trasformano anche la società. Nell’economia mettono pressione sugli altri prodotti e sugli altri processi affinché siano allineati all’introduzione dei suoi artefatti competitivi. Hanno potenzialmente la capacità di influenzare le istituzioni e di trasformare le relazioni sociali, il lavoro, l’economia. In altri termini prende piede un modo diverso di vedere il mondo, di formare la nostra comprensione della natura, delle strutture e quadri legali, sociali ed etici. Nei prossimi vent’anni l’assistenza medica, la pubblica amministrazione, la politica, l’educazione, la scienza, il trasporto e la logistica dipenderanno sempre più dalle applicazioni che decideremo di usare in queste aree. È facile prevedere rischi e benefici per l’ambiente, la sicurezza e la salute, mentre è più complesso immaginare come sopravviveranno, per esempio, la privacy e le libertà civili, in un mondo in cui ogni artefatto è incluso in una rete di computer.

L’autore. Gianni Manzone è professore ordinario di Teologia morale alla Pontificia Università Lateranense e docente straordinario alla Pontificia Università Urbaniana. Membro del Pontificio Consiglio per lo sviluppo umano e integrale, fa parte del consiglio scientifico della Fondazione Toniolo. È collaboratore dell’Osservatore Romano, della Rassegna di Teologia e di numerose riviste scientifiche.


CAMBIARE ROTTA

Simone Morandini, Cambiare rotta. Il futuro nell’Antropocene. Prefazione di Enrico Giovannini, EDB Edizioni Dehoniane Bologna, 2020, pp. 176, 17,50 euro

Venezia, 12 novembre 2019: un’acqua alta senza precedenti in un anno che ha visto bruciare l’Alaska e la Siberia e accentuarsi lo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia. Sono segni di un tempo inedito, in cui la minaccia del mutamento climatico si fa sentire con forza crescente sulla famiglia umana, suscitando la reazione dei giovani del movimento globale “Fridays for Future”. Un tempo che stiamo imparando a chiamare Antropocene, in cui la specie umana è diventata il principale fattore che muove la storia biologica e geologica del Pianeta. La stessa pandemia Covid-19 è legata anche a un’interazione ormai distorta con l’ambiente. Come abitare questo tempo? Come far fronte a mutamenti a livello di quella struttura ecosistemica planetaria che supporta la vita? Quali prospettive etiche si disegnano per orientarci alla sostenibilità e all’ecogiustizia? Per dare futuro all’umanità occorrono trasformazioni esigenti a livello dei comportamenti personali e sociali: una conversione ecologica, un cambiamento di rotta, una giusta transizione. Ma quali orizzonti teologici possono supportare tali processi?

L’autore. Simone Morandini insegna teologia della creazione all’Istituto di Studi ecumenici San Bernardino in Venezia e alla Facoltà Teologica del Triveneto, collabora con la Fondazione Lanza di Padova e coordina il  gruppo “Custodia del Creato” dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza episcopale italiana.

Enrico Giovannini, professore ordinario di statistica economica all’Università Tor Vergata di Roma e docente di Sviluppo sostenibile alla Luiss, è stato presidente dell’Istat dal 2009 al 2013 e ministro del lavoro e delle politiche sociali (2013-2014). Attualmente (dal 13 febbraio 2021) è ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.


Da vedere 2021/08

NOTIZIE DAL MONDO (2020)

di Paul Greengrass
drammatico, 118min

Non è solo una potente e feconda riflessione su come la cultura e i media rappresentino un antidoto dinanzi al dilagare di barbarie e deragliamenti nella società; l’opera è anche il poetico racconto di un incontro, quello tra due solitudini in un mondo ferito e sbandato, un incontro che apre però alla salvezza, quella che passa dai sentieri del cuore. La storia. Siamo negli Stati Uniti del 1870, a pochi anni dalla fine della Guerra civile. Il capitano Jefferson Kyle Kid (Tom Hanks, sempre sorprendente) è un ex soldato che ha perso tutto; non gli rimane altro che il suo amore per la cultura, che trasforma in una missione dal respiro sociale: il capitano Jefferson si sposta infatti lungo il territorio a stelle e strisce leggendo e raccontando storie che recupera dai giornali, notizie vere, ma segnate dal respiro della speranza, della voglia di riscatto. Lungo il suo tragitto s’imbatte in una bambina di dieci anni, Johanna (Helena Zengel), orfana di una famiglia di origine tedesca e poi cresciuta dagli indiani. L’uomo decide di prenderla con sé con il proposito di rintracciare dei possibili familiari, non tenendo conto però delle dinamiche del cuore: il capitano si affeziona a lei, tessendo così una legame padre-figlia. Intorno a loro, nel polveroso West, forti sono ancora le fratture sociali, il clima di diffidenza verso il prossimo. Al di là della cornice western, con richiami ai classici del genere – a cominciare da Sentieri selvaggi (The Searchers, 1956) di John Ford, non dimenticando Soldato blu (Soldier Blue, 1970) di Ralph Nelson oppure Balla coi lupi (Dances with Wolves, 1990) di Kevin Costner – Notizie dal mondo si rivela un film di grande attualità e realismo, una poetica metafora sul nostro tempo. Cuore del racconto è la riflessione sull’importanza di un’informazione corretta e libera nella società, vero ancoraggio nella tempeste della storia, un supporto per l’uomo nel custodire la memoria nei momenti in cui le ascisse e le ordinate sembrano vacillare. Notizie dal mondo ci offre inoltre un intenso sguardo sul valore della famiglia, quella che rinasce dall’accoglienza: è il legame tra il capitano Jefferson e la piccola Johanna, il cammino di un uomo che parte dall’essere un buon samaritano, un educatore, per arrivare ad abbracciare infine il ruolo di padre. Una famiglia, dunque, che diventa simbolo di speranza tanto per i due protagonisti quanto per l’intero Paese, capace di rialzarsi dalle macerie della guerra (dal  Sussidio – Sguardi di frontiera).