Da leggere e da vedere 2019/09

Da leggere 2019/09

SOGNA, VIVI, SCEGLI

Luisa Alfarano, Michele Tridente, Sogna, vivi, scegli. Giovani protagonisti del cambiamento. Prefazione di Gualtiero Bassetti, Editrice Ave, 2018, pp. 112, 10,50 euro

Il libro nasce dal desiderio dei giovani di Azione cattolica di tutto il mondo di offrire un contributo di riflessione e narrazione al Sinodo su I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Fede, discernimento e vocazione non sono parole astratte, ma riguardano la concretezza della vita di tutti i giorni, in cui ogni passo da compiere chiama a una scelta. La felicità è il frutto della vera vocazione e, come ci ricorda papa Francesco, non si può essere felici vivendo la vita comodi sul divano. Sogna, vivi, scegli nasce dall’esperienza vissuta in associazione, dove fede e impegno quotidiano si impastano nelle storie di tanti giovani che vogliono “fare sul serio” nella propria vita, per essere davvero felici.

Gli autori. Luisa Alfarano, dopo aver conseguito la laurea triennale presso l’Università della Calabria in Scienze politiche, si sta specializzando nella gestione dei fondi europei. È vicepresidente nazionale di Azione cattolica per il Settore giovani dal 2017 e responsabile del coordinamento giovani del Fiac (Foro Internacional Accion Catolica) dal 2018.

Michele Tridente, laureato in economia e finanza, si occupa di procurement e contrattualistica. È vicepresidente nazionale per il Settore giovani di Azione cattolica dal 2014 e responsabile del coordinamento giovani del Fiac (Foro Internacional Accion Catolica) dal 2018.


ETICA DELLE GENERAZIONI

Simone Morandini (a cura), Etica delle generazioni. Una generazione va, una generazione viene: che resta del futuro? Interventi di: Alessandro Rosina, Pier Davide Guenzi, Youssef Sbai, Gaia De Vecchi, Simone Morandini, Enrico Giovannini, Ilenya Goss, Lucia Vantini, Antonio Autiero, Proget Edizioni, 2019, pp. 138, 14,00 euro

Cosa ne sia delle generazioni e del rapporto tra di esse in un tempo di umanità in movimento, di mutamento veloce e pervasivo. Un tempo nel quale sarebbe davvero difficile dire «non c’è niente di nuovo sotto il sole» (Qo. 1, 9), nel momento in cui si prospettano futuri assolutamente inediti, che non lasciano intatte neppure la direzione dei venti e lo scorrere dei fiumi – per non dire della condizione umana e del suo articolarsi. Ma tale novità non ha il segno che potevamo attenderci ancora qualche decennio fa: da essa non vengono certo facili ottimismi, non si disegnano “magnifiche sorti e progressive” che attenderebbero le prossime generazioni. Si fa chiaro che la convergenza tra titolo e sottotitolo sta soprattutto nella domanda conclusiva: che resta del futuro? Che resta oggi del futuro come orizzonte positivo, affidabile, entro cui costruire la propria storia e quella comune? Perché fatichiamo tanto a disegnare un rapporto tra generazioni capace di realizzare efficacemente una trasmissione di senso, articolandola in parole e in pratiche, personali e sociali? Far fronte a tale plesso di interrogativi significa soprattutto domandarsi se veramente essi esauriscano l’orizzonte dei possibili; se non esistano anche spazi per un diverso pensare. Significa chiedersi se davvero siamo condannati a oscillare tra uno sguardo che non sa percepire il futuro come luogo di novità qualitativa e uno che ne coglie solo la dimensione minacciosa. Questo volume è un tentativo di esplorare una prospettiva differente, quale emerge dagli interventi proposti da autori diversi per competenza e riferimenti, ma accomunati da un’attenzione costruttiva per un’etica delle generazioni.

L’autore. Simone Morandini è coordinatore del progetto “Etica, filosofia e teologia” della Fondazione Lanza. Vicepreside dell’Istituto di studi Ecumenici San Bernardino a Venezia, vi è docente di Principi del dialogo ecumenico e di Teologia della creazione, che insegna pure alla Facoltà teologica del Triveneto. Per l’Issr di Padova è docente di Scienza e teologia. Rappresenta l’ATISM (Associazione teologica italiana per lo studio della morale) nel CATI (Coord. Associazioni teologiche Italiane).


Da vedere 2019/09

IL BAMBINO È IL MAESTRO

di Alexandre Mourot
documentario, 100min

Il metodo Montessori è un approccio educativo che vuole celebrare e nutrire il desiderio di conoscenza di ogni bambino: è valorizzato lo spirito umano dal punto di vista fisico, sociale, emozionale e cognitivo. Il regista ha portato la macchina da presa nella più antica scuola montessoriana di Francia con bambini dai 3 ai 6 anni e ha incontrato bambini felici, liberi di muoversi, capaci di lavorare da soli o in gruppo. Alcuni leggono, altri fanno il pane o le divisioni, o ridono, o dormono. L’insegnante rimane una presenza discreta. I bambini hanno guidato il regista attraverso un intero anno scolastico, mostrandogli la magia della loro autonomia e autostima, il lato di una nuova società di pace e libertà.
Trailer al film: https://www.youtube.com/watch?v=4fSOBOELbnI


IL RE LEONE

di John Favreau
animazione, drammatico 118min

Mufasa, re delle terre del Branco, e Sarabi, la regina, riuniscono tutti gli animali per annunciare la nascita del loro primogenito Simba. Qualche tempo dopo la cerimonia, Mufasa va a trovare suo fratello Scart e gli rimprovera di non essere intervenuto alla cerimonia. Questo “Re Leone” versione live action, è un condensato di favola a metà tra grandi e piccoli: forse il racconto rischia di essere fin troppo raffinato per i bimbi, ma la morale sollecita i buoni propositi educational della fiaba. Bisogna dire che la prova del tema Disney è il risultato di un’impeccabile prova professionale, a contorno si pone la regia dinamica, movimentata, mai ferma di Jon Favreau. Lo spettacolo è assicurato, per piccoli e grandi. Per tutta la famiglia, bisogna dire. E il film è da valutare dal punto di vista pastorale, come consigliabile, semplice (dal giudizio della Commissione nazionale valutazione film della CEI).


TOY STORY 4

di Josh Cooley
animazione, 99 min

Tutto (ri) comincia con Woody in un nuova cameretta, nuovi giocattoli e un nuovo bambino di riferimento: è Bonnie, che si sta preparando a frequentare la scuola materna ed è per questo un po’ preoccupata. Dopo il numero 1, 2, e 3, usciti rispettivamente nel 1995, 1999, 2010, ecco Toy Story 4 (2019), nuova produzione targata Disney/Pixar diretta da Josh Cooley. Può risultare interessante ascoltare il regista quando dice: «Non ho lavorato a nessuno dei titoli precedenti, dunque mi sono avvicinato alla serie con spirito totalmente libero. Per me i personaggi di Toy Story sono il corrispettivo di Topolino, Paperino e Pluto nel mondo Pixar. Woody e Buzz sono entrati a far parte del vocabolario cinematografico con il quale si sono ritrovate le generazioni successive al 1995». Così chi pensava che la storia di Woody con Andy si fosse conclusa con la grande fuga, si è dovuto ricredere, ogni fine è in realtà un nuovo inizio. Entrano da subito in gioco i temi del viaggio, del cambiamento, della crescita. La fusione tra giocattoli ed esseri umani raggiunge toni di struggente malinconia e di commossa partecipazione. La novità di questo capitolo è rappresentata da Forky, che in realtà non è un giocattolo, ma un cucchiaio/forchetta gettato nella spazzatura e salvato per pura fortuna. Il viaggio che i genitori di Bonnie intraprendono nel luna park diventa il punto di partenza per rimescolare tutte le carte in gioco e riposizionare i rapporti tra i vari giocattoli. È bello e certamente commovente, il modo con cui i personaggi veri e finti si muovono, agiscono, provocano divertimento e pianto. Più che mai risulta appropriato il ricordo dei personaggi Disney fatto sopra: nomi non vecchi, anzi “moderni”, ricordi che si rinnovano nei caratteri e nelle riflessioni che suggeriscono. Una nitida poesia motiva la partecipazione dei piccoli spettatori. Perché un giocattolo senza un bambino non può sopravvivere, e il legame tra i due aiuta entrambi a crescere. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare consigliabile/poetico e adatto per tutta la famiglia (dal giudizio della Commissione nazionale valutazione film della CEI).