Da leggere e da vedere 2018/02

Lettera diocesana 2018/02

Da leggere 2018/02

UMILTÀ, PAZIENZA E AMORE

Erich Przywara, Umiltà, pazienza e amore, Queriniana, 20182, pp. 112, 8,50 euro

Introduzione all’edizione italiana di Claudio Avogadri

In queste pagine l’autore si avventura in un ambizioso esercizio di comparazione: esamina l’idea antica (classica) di umiltà, di pazienza, di amore, e la mette a confronto con la comprensione tipicamente cristiana, evidenziando la singolarità e l’originalità irriducibili di quest’ultima. L’umiltà viene così illustrata non come un sadico gusto divino nell’annientare l’essere umano, ma come il mistero di un’unione rispettosa tra due amanti. La pazienza risulta quel sapersi fare carico dei silenzi e delle notti inquiete che punteggiano la relazione d’amore. E lo stesso amore cristiano viene inteso come alleanza, ovvero come reciprocità positiva e buona, per quanto asimmetrica. Tre virtù che sono altrettanti aspetti del medesimo, unico Mistero.

L’autore. Erich Przywara, nato a Katowice (oggi Polonia) nel 1889, teologo gesuita, appassionato conferenziere e scrittore, si interessò di musica, di poesia, di filosofia della religione, di culture mondiali. Fu mentore di Edith Stein, tramite la quale influenzò il pensiero di Hans Urs von Balthasar; ma dialogò anche Husserl, Heidegger, Buber, Barth, Rahner. Fra gli innumerevoli scritti, nella sua opera sviluppò una vasta produzione di taglio teologico-spirituale, marcata soprattutto dall’ispirazione ignaziana. Si spense a Murnau, nella Baviera meridionale, nel 1972.


L’ARTE DI RICOMINCIARE

Fabio Rosini, L’arte di ricominciare, Edizioni San Paolo, 2018, pp. 312, 14,50 euro

Prefazione di Marko Ivan Rupnik

La vita è una serie infinita di inizi. Talvolta ripartire può diventare difficile. Addirittura si può arrivare a pensare, dopo un fallimento o una dura prova, che ricominciare sia impossibile. Questo libro dimostra esattamente il contrario: ricominciare è possibile, sempre. Certo, non è facile. Si tratta di un’arte che va appresa con umiltà e con i piedi ben piantati per terra. Don Fabio Rosini ci vuole introdurre a quest’arte con un percorso esistenziale e spirituale di rigenerazione e discernimento, scandito dai sei giorni del racconto della creazione. In questo primo capitolo della Bibbia, infatti, proprio perché sgorgato da un popolo che stava provando a ricominciare, c’è tutto quanto ci serve per ripartire. Bisogna però accettare di “coniugare” la Parola di Dio con la nostra vita. Così è possibile giungere a ricostruire la propria esistenza, liberandosi dal “falso sé”.

L’autore. Fabio Rosini, presbitero romano, attualmente è direttore del Servizio per le Vocazioni della Diocesi di Roma. Ha conseguito la Licenza in Sacre Scritture al Pontificio Istituto Biblico. Commenta regolarmente il Vangelo domenicale per la Radio Vaticana da più di dieci d’anni e ha iniziato anche il commento per il settimanale Famiglia Cristiana. Tiene il corso “Il potere comunicativo della Bibbia” alla Pontificia Università della Santa Croce.


GEMME DI CARITÀ E GIUSTIZIA

Giovanni Nervo, Gemme di carità e giustizia. Il racconto di una vita, EDB, 2017, pp. 176, 15,00 euro

A cura di Diego Cipriani e Tiziano Vecchiato. Prefazione di Claudio Cipolla Postfazione di Francesco Montenegro

Le luci dell’alba lo hanno accompagnato ogni giorno dalla casa sul monte alla scuola elementare, due chilometri attraverso il bosco in una natura fredda d’inverno e piena di vita in primavera. La domenica percorreva la stessa strada, con la mamma e la lanterna in mano, per rischiarare il sentiero nella penombra che portava alla prima messa. Giovanni Nervo non si stancava di ripeterlo a chi, dopo la luce elettrica, non ha conosciuto l’esperienza dei passi nel buio. La Parola di Dio e la natura erano i suoi libri aperti. Nato e vissuto povero, ha parlato con parole essenziali, sobrie, profonde che arrivavano al cuore di credenti e non credenti, attirati da come raccontava il Vangelo, in dialogo con la Costituzione e con l’assillo della carità e della giustizia. La fraternità, la pace, la solidarietà, il bene, la responsabilità, la carità, la fede sono la sintesi della sua vita, come testimoniano i testi raccolti in questo libro.

L’autore. Giovanni Nervo (1918-2013), prete e cappellano di fabbrica, è stato il primo presidente della Caritas Italiana. Ha dato un contributo fondamentale a innovare metodi e cultura del welfare state e la filosofia della cooperazione tra istituzioni pubbliche, privato sociale e volontariato.


Da vedere 2018/02

I RAGAZZI DEL CORO

di Christophe Barratier
commedia, 95′

Francia, 1949. Clément Mathieu, professore di musica, arriva in un istituto di rieducazione per minori, assunto come sorvegliante. Qui il direttore Rachin, sempre nervoso e irascibile, usa metodi punitivi che rendono difficile il dialogo con i ragazzi. Mathieu, dapprima preso in giro all’opposto per il suo carattere remissivo, coinvolge gli allievi nella sua passione per la musica e a poco a poco mette insieme un coro in cui a ciascuno è assegnato un preciso compito. Un giorno, quando tutti sono fuori, la scuola va a fuoco. Non ci sono vittime ma Mathieu viene incolpato e licenziato. Al momento di salire sull’autobus, Mathieu porta con sé il piccolo Pepiton. Proprio lui, da adulto, ha ricordato tutti i fatti di quegli anni lontani.

Un film d’esordio che si ispira a un altro film: La Cage aux rossignol di Jean Drevill, 1945. Un racconto sul quale c’è ben poco da dire, se non lodarne la scrittura fine, il tono delicato, la preziosa ricostruzione delle atmosfere, il contrasto, sapientemente dosato, tra i repressivi metodi del direttore e la lezione educativa del timido musicista. Insomma un copione che fin dall’inizio ti dice da che parte bisogna stare, che nessun ragazzo è veramente cattivo, che la musica e l’armonia possono rendere l’essere umano migliore e concorrere a salvare il mondo. Il flashback infine completa il quadro e proietta il tutto sullo sfondo del ricordo e della memoria. Un film al cui fluttuare in versi bisogna lasciarsi andare, senza chiedere di più. Dal punto di vista pastorale è da valutare come accettabile e senz’altro poetico (a cura della Commissione nazionale valutazione film CEI).


VEDETE SONO UNO DI VOI

di Ermanno Olmi
documentario, 76′

Carlo Maria Martini, il ragazzo che ben presto asseconda la propria vocazione di dedicarsi al sacerdozio, e arriva a essere pastore della Chiesa di Milano, visto dall’infanzia in Piemonte al lungo periodo milanese, dal 1907 al 2012. In mezzo, oltre mezzo secolo di storia italiana, la prima e la seconda guerra mondiale, fascismo e postfascismo, la Repubblica, il boom economico, il terrorismo, la scelta di ritirarsi in Terra Santa…

Carlo Martini, futuro cardinale, comincia a raccontare e arriva la sorpresa “forte”: la voce è quella dello stesso Ermanno Olmi. Che ha deciso di affiancarsi a Martini nel modo più diretto. Martini presta la propria vita a Olmi; il regista la riceve e la restituisce sullo schermo con la forza dello sguardo e l’intensità dell’autore che usa parola e immagine per allargare la comprensione del segno e della comunicazione. La selezione dei materiali d’archivio (tratti dall’Archivio Storico dell’Istituto Luce, e altri) offre un’ampia possibilità di scelta sulla quale Olmi (con la collaborazione di Marco Garzonio) impone il rigore e il metodo dell’uomo di cinema severo e lucido. In più momenti il racconto scorre semplice e intenso, a tal punto carico di densità narrativa da creare una perfetta sintonia tra il personaggio e l’autore. Di fatto l’intensità spirituale di Martini, il suo essere uomo di una Chiesa aperta e consapevole, trova un perfetto corrispettivo nel racconto di Olmi, nel suo snodare le fasi della vita come quelle di un passaggio delle stagioni, come fosse tra le opere e i giorni di un’alta opera di artigianato contadino. L’uomo resta al centro della riflessione e della meditazione: l’uomo e la sua presenza al centro del creato, l’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio. Martini acquista a poco a poco forza e robustezza di fede, di verità, di preghiera. E Olmi gli è accanto, perché il risultato finale è quello di un prodotto così bello, forte, provocatorio da poter essere usato senza dubbio in funzione catechistico-educativa. Anzi, se mai esiste un film con valenza missionaria, questo può essere annoverato tra quelli. Al punto che, dal punto di vista pastorale, può essere valutato come raccomandabile, realistico e adatto per dibattiti (a cura della Commissione nazionale valutazione film CEI).