Da leggere e da vedere 2017/05

Da leggere 2017/05

PRETE OGGI

Osman Antonio Di Lorenzo, Prete oggi. “Puzza” di pecore, odora di Cristo, Tau editrice, 2016, pp. 224, 14,00 euro

“Puzzare di gregge” significa essere coinvolti nei problemi concreti del gregge, sentirli come propri, preoccuparsi delle piccole e grandi direttrici che rendono lieve o pesante la vita della gente. Sentire “il polso”, il battito del cuore, far avvertire uno che sta con loro, guarda con i loro occhi la vita, sta dalla loro parte. Con questa frase papa Francesco offre forti richiami evocativi che puntano concretamente a scelte di fede pastorale. È una frase che fa riflettere perché ripropone la necessità di rivedere il ruolo e lo status del prete oggi.

L’autoreOsman Antonio Di Lorenzo, laureato in teologia e in filosofia, è presbitero dell’arcidiocesi di Lanciano-Ortona. Negli anni ha ricoperto numerosi incarichi sia in ambito diocesano, regionale e nazionale, sia nell’insegnamento. Autore di numerose pubblicazioni, è attualmente parroco di Santa Lucia a Lanciano (Ch), vicario generale e direttore dell’Ufficio scuola.


«PERCHÉ MI HAI CHIAMATO?»

Lorenzo Milani, «Perché mi hai chiamato?» Lettere ai sacerdoti, appunti giovanili e ultime parole, a cura di Michele Gesualdi, Edizioni San Paolo, 2013, pp. 222, 15,00 euro

Il libro raccoglie lettere inedite di don Lorenzo Milani che aprono un nuovo scorcio di luce sulla sua spiritualità: dalle pagine indirizzate a don Raffaele Bensi, suo padre spirituale, con le relative risposte, ai brevi ma ricchissimi carteggi con personalità del suo tempo quali don Primo Mazzolari, monsignor Loris Capovilla, don Divo Barsotti. Sono presenti sfoghi, a volte amarissimi, spesso rivelatori di un entusiasmo mai sopito; cenni alle amicizie giovanili e agli anni di formazione sacerdotale, come il genuino carteggio con due compagni di seminario. Il volume contiene inoltre i brevi foglietti che don Lorenzo utilizzava negli ultimi giorni di vita, quando ormai non riusciva più a parlare, per comunicare con i suoi ragazzi e con le persone care.

L’autoreLorenzo Milani (1923 – 1967), sacerdote ed educatore, è stato il fondatore e l’animatore della famosa scuola postelementare di Sant’Andrea di Barbiana, il primo tentativo di istituto a tempo pieno espressamente rivolto alle classi popolari. Attraverso la scuola don Milani porterà avanti una profonda riflessione sulla Chiesa e sulla comunità civile italiana, proponendo un’interpretazione del mondo e dell’uomo che ancora oggi smuove le coscienze.


ESSERE PRETE OGGI

Giovanni Ferretti, Essere prete oggi. Meditazioni sull’identità del prete, Elledici, 2017, pp. 168, 9,00 euro

Il testo offre meditazioni, ricche di contenuto e di profondità spirituale e teologica, sull’identità del prete diocesano presentata in quattro scansioni: come uomo di Dio, come apostolo di Gesù Cristo, come pastore della comunità cristiana e come mediatore tra Dio e gli uomini. I tratti di fondo delle meditazioni sono poi ripresi in una riflessione conclusiva che mette a fuoco il tema dell’“identità relazionale del presbitero oggi”. L’autore tiene presenti vari aspetti del contesto culturale odierno non tanto con atteggiamento critico-negativo, quanto con spirito di discernimento delle salutari provocazioni che, da tali aspetti della cultura contemporanea, ci possono venire per “essere preti oggi”.

L’autoreGiovanni Ferretti, presbitero della diocesi di Torino, è professore emerito di Filosofia teoretica dell’Università degli Studi di Macerata, di cui è stato rettore per sei anni. Si è occupato prevalentemente di filosofia contemporanea, filosofia della religione e dei rapporti tra filosofia e teologia.


PER NOI UOMINI E PER LA NOSTRA SALVEZZA

Rolando Covi, Per noi uomini e per la nostra salvezza. La proposta del Vangelo agli adulti di oggi, Facoltà Teologica del Triveneto e Edizioni Messaggero Padova, 2017, pp. 248, 20,00 euro

Chi è l’adulto contemporaneo? A quale figura di fede è possibile introdurlo? Il volume offre un’analisi delle proposte di fede rivolte agli adulti nelle comunità parrocchiali e il rapporto tra la pastorale corrente delle comunità e gli adulti stessi. In un momento in cui le forme quotidiane del vivere cristiano si rivelano sempre più fragili e frammentate, raggiungere l’adulto sta diventando una necessità urgente per le comunità ecclesiali. È una sfida che chiama la Chiesa a essere segno trasparente della bellezza del Vangelo dentro la cultura e in profondo dialogo con essa.

L’autoreRolando Covi è presbitero della diocesi di Trento. Attualmente è incaricato, come delegato, per la catechesi, l’evangelizzazione e la pastorale giovanile.

 


Da vedere 2017/05

ALLA LUCE DEL SOLE

di Roberto Faenza
genere: drammatico, 92′

È il 15 settembre 1993. Quando si vede circondato in piazza da alcuni killer, don Giuseppe Puglisi, per tutti Pino, capisce che per lui è finita e, rivolgendosi con un sorriso agli assassini, dice: «Me l’aspettavo». Siamo a Palermo, nel quartiere Brancaccio, uno dei più disagiati e ad alta densità mafiosa della città. Qui don Puglisi è diventato nel 1990 parroco di San Gaetano e ha preso di nuovo contatto (lui è nato in quella zona) con una realtà fatta di miseria e soprusi. Una terra di nessuno, dove lavoro nero, contrabbando, spaccio di droga, furti sono all’ordine del giorno. I bambini vivono per strada e il quartiere è l’unico della città in cui non esiste una scuola media né un asilo nido. In flash back, ecco don Puglisi pronto a rimboccarsi le maniche. Sostenuto da alcuni collaboratori, organizza corsi scolastici, attività sportiva, lezioni di teologia di base. Ben presto, il suo attivismo entra in conflitto con i programmi dei boss. Don Puglisi li prende di mira e anche i politici locali vengono criticati in pubblico per aver permesso il degrado di quel quartiere.

L’inaugurazione del Centro Padre Nostro e di altre attività comunitarie segna l’inizio di una serie di minacce e di avvertimenti contro di lui e i suoi collaboratori. Il momento finale arriva il 15 settembre 1993. Nel giorno del suo compleanno, don Puglisi viene assassinato.

Scelta decisa e coraggiosa quella di Roberto Faenza di portare su grande schermo gli ultimi anni di vita di don Giuseppe Puglisi, nobile e scomoda figura di sacerdote. «Per un desiderio forse impossibile di risarcimento abbiamo scelto di raccontarla – dice Faenza – … per fare emergere un’ineguagliabile lezione d’amore per la giustizia e la non-violenza, insieme a un forte messaggio pedagogico…». Nel ricostruire gli anni dal 1990 al 1993 (segnati da tanti altri lutti e in Sicilia dagli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino), il regista mette in campo partecipazione e rispetto, affetto e rabbia, impotenza e voglia di non arrendersi. Il racconto così è affidato a immagini di grande emotività e di vibrante visionarietà, raggiungendo l’obiettivo di coniugare la cronaca (i fatti, i luoghi, le facce) con la denuncia (scaturita da quegli avvenimenti ma più ampia, quasi rivolta a tante altre situazioni dove il sopruso domina le coscienze). Forse qualcosa è sacrificato sotto il profilo puramente ecclesiale, ma ricordandoci il sacrificio di questo sacerdote e invitandoci a stare al fianco di chi perde la propria vita per una migliore convivenza civile, il film, dal punto di vista pastorale, e da valutare come raccomandabile, e nell’insieme problematico (a cura della Commissione nazionale valutazione film CEI).